QUALITY MANAGER - PRENDERSI LA LIBERTA' E L'AUTONOMIA PER IMPLEMENTARE DAVVERO LA QUALITA'
Molti quality manager sono assunti solo per ottenere certificazioni di facciata e limitati nel loro operato. Scoprite le strategie concrete per conquistarvi la libertà professionale e fare vera qualità nella vostra organizzazione, anche quando l'azienda sembra non valorizzare il vostro ruolo

"Nessuno ti darà la libertà, devi prendertela"
(Meret Oppenheimer)
Quante volte, come quality manager, vi siete sentiti un ornamento costoso sulla scrivania della vostra direzione aziendale? Un professionista assunto non per migliorare realmente i processi, ma per soddisfare clienti, bandi o mercati più esigenti. La certificazione appesa al muro diventa il trofeo, mentre voi rimanete in panchina a guardare sprechi, inefficienze e opportunità mancate.
La citazione di Meret Oppenheimer, artista che ruppe i confini dell'arte tradizionale, si adatta particolarmente a chi vive questa condizione. Per quanto possa sembrare assurdo, spesso dobbiamo conquistarci il diritto di fare il nostro lavoro.
Perché certe aziende ingabbiano la qualità
Il paradosso è evidente: perché assumere un responsabile qualità e poi limitarne l'operato? Le ragioni sono sempre le stesse: la certificazione è l'obiettivo finale, non il punto di partenza. L'azienda vuole la medaglia, non il cambiamento e il valore aggiunto.
Questa mentalità nasce da una cultura aziendale che vede la qualità come un costo, non come un investimento. Il quality manager diventa così un "garante silenzioso" che deve limitarsi a mantenere lo status quo certificato e a chiudere un occhio davanti a situazioni ambigue.
Riconoscere i segnali che siete in gabbia
Siete in una situazione limitante se:
- vi chiedono solo di preparare audit e gestire non conformità
- le vostre proposte di miglioramento vengono sistematicamente rimandate
- è la direzione stessa che vi considera un "disturbatore"
- i vostri indicatori si limitano a "mantenere la certificazione"
- quando proponete investimenti in qualità, la risposta è sempre "non ci sono abbastanza soldi"
Se vi riconoscete in questi segnali, non state facendo quality management ma quality maintenance.

Scappare sarebbe la soluzione
Diciamocelo chiaramente: un'azienda consapevole del valore della qualità non dovrebbe aver bisogno che voi la convinciate. Dovrebbe cercarvi, valorizzarvi, darvi gli strumenti per lavorare. Il fatto che dobbiate "conquistarvi" il diritto di fare il vostro lavoro è già un segnale chiaro che avete un problema.
Idealmente, dovreste andarvene, ma il mondo reale può essere più complesso. Il mercato del lavoro è distorto dalla necessità di avere certificazioni per competere, specialmente in certi settori e molti quality manager si trovano in una situazione kafkiana: intrappolati in ruoli limitanti ma impossibilitati a cambiare per ragioni economiche, geografiche o di mercato.
Se non potete scappare, dovete imparare a trasformare la prigione in un trampolino.
Strategie per svolgere bene la professione: come prendersi la libertà
Costruite la vostra credibilità con piccole vittorie
Non partite con rivoluzioni. Identificate i problemi piccoli ma visibili e risolveteli rapidamente e in maniera efficace. Un miglioramento del 5% sui tempi di consegna vale più di mille presentazioni teoriche.
Parlate il linguaggio della direzione
Smettete di parlare di "processi" e iniziate a parlare di "profitti". Ogni vostra proposta deve avere un ROI chiaro: "Questo miglioramento ci farà risparmiare X euro all'anno" è più efficace di "Questo miglioramento ottimizza il processo".
Create alleanze strategiche
Il vostro migliore alleato non è il responsabile della produzione che vive quotidianamente i problemi che voi potete risolvere. Trovate chi ha problemi e risolveteglieli grazie all'applicazione della qualità.
Trasformate i problemi in opportunità
Ogni non conformità, ogni reclamo cliente, ogni inefficienza è una munizione. Documentatela, quantificatela, proponete soluzioni concrete. Diventate il professionista che trasforma i costi in investimenti.
Tattiche operative che funzionano
La comunicazione "a sandwich": dati oggettivi + benefici economici + azione specifica. Ad esempio: "Abbiamo perso tre clienti per difetti di produzione (dato). Implementando questo controllo, eviteremo perdite per 50.000 €/anno (beneficio). Bastano due giorni per implementarlo (azione)"
Il progetto pilota: non chiedete di rivoluzionare tutto ma di testare una soluzione su una linea, un prodotto, un processo. I successi dei progetti pilota, se ben documentati, saranno difficili da ignorare.
Coinvolgete, non imponete: trasformate gli operatori in co-progettisti delle soluzioni. Quando si sentono parte del cambiamento, diventano dei veri e propri ambasciatori di come si possa lavorare meglio.
Gestite le resistenze
Quando l'azienda vi spinge indietro e ostacola ogni iniziativa, usate la tecnica del judo: non opponetevi ma reindirizzate l'energia. A "Non possiamo permettercelo" risponderete "Quanto ci costa non farlo?" e a "Non abbiamo tempo", "Quanto tempo perdiamo con gli attuali problemi?".
Mantenete sempre la direzione ma negoziate il percorso. Una certa flessibilità tattica serve per mantenere nel tempo la determinazione strategica.

La libertà come responsabilità
Prendersi la libertà nel ruolo di quality manager significa accettare una responsabilità maggiore. Non potete nascondervi dietro la scusa "non me lo permettono".
Come Meret Oppenheimer che trasformò oggetti quotidiani in arte rivoluzionaria, anche voi potete trasformare un ruolo limitante in un modello di innovazione. La libertà non arriva con un contratto migliore ma con la capacità di dimostrare che la qualità non è un costo, ma l'investimento più redditizio che un'azienda possa fare.
Non aspettate che qualcuno vi dia il permesso di fare la differenza. Prendetevi la libertà di essere il quality manager di cui la vostra organizzazione non sapeva di aver bisogno, ma di cui non potrà più fare a meno!