FIRST PASS YIELD E FIRST TIME RIGHT: GUIDA PRATICA

Oggi parliamo di due indicatori che spesso vengono compresi e implementati male ma che sono fondamentali per la gestione della qualità

First pass yield e forst time right: le differenze

Definizioni e concetti fondamentali

In questo nuovo articolo vogliamo chiarire l'uso di due termini molto utilizzati nell'ambito dei sistemi qualità ma sui quali c'è ancora parecchia confusione.

Il First Pass Yield (FPY) rappresenta la percentuale di prodotti che superano tutti i controlli qualità al primo tentativo, senza la necessità di rilavorazioni, correzioni o scarti. È l'indicatore che risponde alla domanda: "Quante unità escono perfette dal nostro processo?" Non è da confondere con il tasso di qualità finale. Un prodotto può essere conforme dopo diverse rilavorazioni ma questo non contribuisce al first pass yield perché l'obiettivo è la perfezione al primo colpo.

Il First Time Right (FTR), spesso usato come sinonimo di FPY, enfatizza - invece - l'aspetto del "fare bene le cose fin dall'inizio". Tecnicamente, l'FTR può essere applicato anche ai servizi e ai processi amministrativi, mentre l'FPY è tradizionalmente legato alla produzione manifatturiera.

FPY e FTR sono indicatori importanti perché ogni rilavorazione costa mediamente 3-5 volte il costo di produzione standard e perché, in un contesto dove il time-to-market è fondamentale, un FPY elevato significa avere lead time ridotti, maggiore flessibilità produttiva e una capacità di risposta rapida ai picchi di domanda.

Un FPY alto, inoltre, si correla direttamente con meno reclami post-vendita, con una riduzione dei costi di gestione della garanzia e con una maggiore fidelizzazione della clientela.

Calcolo e misurazione dell'FPY

FPY = (Unità conformi al primo passaggio / Unità totali processate) × 100

Per processi con più fasi, il FPY complessivo è il prodotto dei FPY di ogni fase.

Fattori che influenzano l'FPY e l'FTR

I fattori che influenzano la qualità degli input sono doversi:

materie prime e componenti

  • variabilità delle caratteristiche fisico-chimiche
  • stabilità dei fornitori nel tempo
  • controlli in accettazione

progettazione

  • tolleranze e capacità produttive
  • semplicità del processo
  • punti critici di controllo

competenze delle persone

  • standardizzazione delle procedure
  • formazione continua
  • poka-yoke

condizioni di lavoro

  • ergonomia delle postazioni
  • illuminazione e condizioni ambientali
  • stress e carico di lavoro

manutenzione predittiva

  • monitoraggio delle performance della macchina
  • sostituzioni preventive
  • calibrazione degli strumenti di misura

livello di automazione

  • riduzione della variabilità dovuta al fattore umano
  • controlli automatici in-line
  • feedback loop immediati

controllo statistico di processo

  • carte di controllo in tempo reale
  • capacità di processo monitorata
  • interventi tempestivi su eventuali derive

fattori ambientali

  • temperatura e umidità controllate
  • vibrazioni e contaminazioni
  • stabilità energetica

FPY e FTR non sono solo degli indicatori ma delle vere e proprie filosofie operative che trasformano l'approccio alla qualità da reattivo a predittivo. Cosa ne pensate?

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