3D - CHE COS'E' E COME UTILIZZARLO NELL'AMBITO DEI SISTEMI DI GESTIONE

Cosa significa il termine 3D e in quali contesti può essere utile conoscerlo?


3D iso 45001 iso 9001 iso 1400

Le "3D" che sentiamo, a volte, nominare nell'ambito dei sistemi di gestione stanno a indicare le tre parole inglesi:

  • "Dirty" (sporco)
  • "Difficult" (difficile)
  • "Dangerous" (pericoloso)

Questa sigla è spesso utilizzata per descrivere le condizioni di lavoro che dovrebbero essere evitate o ridotte al minimo per garantire un ambiente di lavoro sicuro e salubre.

La "D" di "Dirty" (Sporco) nel contesto della sicurezza, dell'ambiente e della qualità sul lavoro si riferisce a tutte quelle condizioni e pratiche che possono compromettere l'igiene, la pulizia e la salubrità dell'ambiente lavorativo. Questo aspetto è importante non solo per la salute e il benessere dei lavoratori, ma anche per la qualità dei processi produttivi e per l'impatto ambientale dell'attività lavorativa.

In termini di sicurezza, un ambiente "sporco" può aumentare il rischio di incidenti, malattie professionali e contaminazioni. Per l'ambiente, riguarda la gestione dei rifiuti, delle emissioni e l'uso di sostanze potenzialmente dannose. Dal punto di vista della qualità, un ambiente non pulito può compromettere l'integrità dei prodotti e dei processi.

Affrontare la "D" di "Dirty" richiede un approccio integrato che comprende:

  1. identificazione e valutazione dei rischi legati alla contaminazione e all'igiene
  2. implementazione di procedure di pulizia e manutenzione regolari
  3. gestione appropriata di sostanze pericolose e rifiuti
  4. monitoraggio continuo della qualità dell'aria e dell'ambiente di lavoro
  5. formazione del personale sulle pratiche igieniche e di pulizia

Questi elementi sono fondamentali per creare un ambiente di lavoro sicuro, salubre e produttivo, in linea con gli standard di sicurezza, le normative ambientali e i requisiti di qualità.

La "D" di "Difficult" (difficile) nel contesto della sicurezza, dell'ambiente e della qualità si riferisce alle problematiche e alle complessità che le organizzazioni e i lavoratori devono affrontare per mantenere standard elevati in questi tre ambiti. Questo aspetto riconosce che creare e mantenere un ambiente di lavoro sicuro, ecologicamente sostenibile e di alta qualità spesso richiede sforzi significativi, competenze specializzate e un impegno costante.

Nel contesto della sicurezza, "Difficult" può riferirsi a:

  • la complessità di implementare sistemi di sicurezza completi in ambienti di lavoro dinamici
  • la sfida di mantenere una cultura della sicurezza in organizzazioni grandi o diversificate
  • la difficoltà di bilanciare le esigenze di produttività con quelle di sicurezza

Per quanto riguarda l'ambiente, "difficile" può includere:

  • la complessità di implementare pratiche sostenibili senza compromettere l'efficienza operativa
  • le problematiche tecniche ed economiche legate alla riduzione dell'impatto ambientale
  • la difficoltà di muoversi tra normative ambientali in continua evoluzione

Nel campo della qualità, "Difficult" può riferirsi a:

  • la sfida di mantenere standard di qualità elevati in processi produttivi complessi
  • la difficoltà di implementare sistemi di gestione della qualità in tutta l'organizzazione
  • le complessità legate all'adattamento a nuovi standard di qualità o certificazioni

Affrontare efficacemente questi aspetti "difficili" richiede:

  1. una pianificazione strategica a lungo termine
  2. investimenti in formazione e sviluppo delle competenze
  3. implementazione di sistemi di gestione integrati
  4. uso di tecnologie avanzate per il monitoraggio e il miglioramento continuo
  5. promozione di una cultura organizzativa che valorizzi sicurezza, sostenibilità e qualità

Riconoscere e affrontare questi aspetti "difficili" è essenziale per le organizzazioni che mirano all'eccellenza in sicurezza, sostenibilità ambientale e qualità. Superare queste sfide non solo migliora le condizioni di lavoro e la performance aziendale, ma può anche portare a innovazioni e vantaggi competitivi significativi nel lungo termine.

La "D" di "Dangerous" (pericoloso) rappresenta uno degli aspetti più critici nella gestione integrata di sicurezza, ambiente e qualità in ambito lavorativo. Questo concetto si riferisce a tutte quelle situazioni, condizioni o attività che presentano un rischio significativo di causare danni gravi alla salute dei lavoratori, all'ambiente circostante o alla qualità del prodotto o servizio offerto.

Nel contesto della sicurezza: "Dangerous" si concentra sulla prevenzione di incidenti, infortuni gravi o fatali. Ciò include l'identificazione e la mitigazione di rischi legati a macchinari pericolosi, lavori in altezza, spazi confinati, sostanze chimiche tossiche o qualsiasi altra condizione che possa mettere in pericolo immediato la vita o l'integrità fisica dei lavoratori.

Nel contesto ambientale: L'aspetto pericoloso si estende oltre la sicurezza dei lavoratori, includendo rischi di danni significativi all'ecosistema. Questo può comprendere il potenziale rilascio di sostanze inquinanti, la gestione impropria di rifiuti pericolosi, o attività che possono causare degrado ambientale a lungo termine.

Nel contesto della qualità: "Dangerous" si riferisce a quei fattori che possono compromettere gravemente la qualità del prodotto o del servizio, potenzialmente mettendo a rischio la sicurezza degli utenti finali o causando danni reputazionali significativi all'azienda.

L'approccio integrato per affrontare questo aspetto richiede:

  1. valutazione approfondita dei rischi in tutte e tre le aree (sicurezza, ambiente, qualità)
  2. implementazione di rigorose misure di controllo e prevenzione
  3. formazione continua e sensibilizzazione del personale
  4. sviluppo di procedure di emergenza e piani di risposta a incidenti
  5. monitoraggio costante e revisione delle pratiche di lavoro
  6. adozione di tecnologie e innovazioni per ridurre i rischi

Affrontare efficacemente l'aspetto "Dangerous" non solo protegge i lavoratori, l'ambiente e la qualità del prodotto/servizio, ma contribuisce anche a creare una cultura aziendale basata sulla responsabilità e sull'eccellenza operativa. Questo approccio integrato può portare a una maggiore efficienza, a una riduzione dei costi legati a incidenti o non conformità, e a un miglioramento della reputazione aziendale nel lungo termine.

Ecco alcuni dettagli aggiuntivi su ciascuna delle "3D":

  1. Dirty (sporco):
    • si riferisce a condizioni di lavoro non igieniche o contaminate
    • può includere la presenza di polvere, sostanze chimiche, rifiuti o altri agenti inquinanti
    • un ambiente sporco può portare a problemi di salute come allergie, infezioni o malattie professionali
    • può essere associato al controllo dell'ambiente per le attività dei processi (punto 7.1.4 della ISO 9001)
    • aiuta a mantenere un ambiente di lavoro pulito e organizzato, che è essenziale per la qualità del prodotto
    • nella ISO 14001 aiuta a identificare e gestire i processi che generano inquinamento o rifiuti come, ad esempio, le acque reflue, le emissioni atmosferiche, ecc.
  2. Difficult (difficile):
    • riguarda compiti che richiedono uno sforzo fisico o mentale eccessivo
    • può includere lavori che comportano movimenti ripetitivi, sollevamento di carichi pesanti o posizioni scomode per lunghi periodi
    • condizioni di lavoro difficili possono portare a stress, affaticamento e lesioni muscoloscheletriche
    • si ricollega alla gestione delle competenze (punto 7.2) e alla consapevolezza (paragrafo 7.3)
    • Aiuta a identificare aree in cui sono necessarie maggiori competenze o formazione per gestire compiti complessi
    • per quanto riguarda l'ambiente, aiuta a identificare quelle aree dove sono necessarie competenze specializzate o risorse aggiuntive, ad esempio per l'implementazione di tecnologie pulite complesse, per la gestione di regolamenti ambientali particolarmente ostici, ecc.
  3. Dangerous (pericoloso):
    • si riferisce a situazioni che presentano rischi immediati per la sicurezza dei lavoratori
    • può includere il lavoro con macchinari pericolosi, l'esposizione a sostanze tossiche o il lavoro in altezza senza protezioni adeguate
    • ambienti pericolosi possono causare incidenti gravi, lesioni o, nei casi peggiori, morti sul lavoro
    • può essere collegato alla gestione dei rischi (punto 6.1 della ISO 9001:2015)
    • aiuta a identificare e mitigare i rischi nei processi che potrebbero influenzare la qualità del prodotto o servizio
    • serve a identificare attività, prodotti o servizi che potrebbero avere impatti ambientali gravi o irreversibili come, ad esempio, le sostanze chimiche pericolose o le emissioni potenzialmente tossiche

L'obiettivo di identificare queste "3D" è quello di promuovere un approccio proattivo alla gestione della qualità, dell'ambiente e della sicurezza sul lavoro.

L'origine esatta del concetto delle "3D" non è chiara. Probabilmente è emerso durante il periodo dell'industrializzazione e dei movimenti per i diritti dei lavoratori nel XIX e XX secolo, quando le condizioni di lavoro spesso erano pericolose e insalubri ed è stato ulteriormente elaborato e formalizzato con lo sviluppo delle discipline della sicurezza sul lavoro e dell'igiene industriale.
Alcuni associano il concetto al movimento giapponese delle "5S" per l'organizzazione del posto di lavoro, che enfatizza l'ordine, la pulizia e la standardizzazione.

Riassumendo, ecco un elenco che collega ciascun punto agli aspetti "Dirty" (D1), "Difficult" (D2), e "Dangerous" (D3) delle 3D:

  1. Salute e sicurezza sul lavoro:
    • Valutazione dei rischi: D1, D2, D3 - Vale per Salute e sicurezza (S), Ambiente (A) e Qualità (Q)
    • Prevenzione degli infortuni: D3 - (S)
    • Malattie professionali: D1, D3 - (S), (A)
    • Ergonomia: D2 - (S), (Q)
  2. Igiene industriale:
    • Controllo delle sostanze pericolose: D1, D3 - (S), (A), (Q)
    • Monitoraggio ambientale: D1 - (A), (Q)
    • Gestione dei rifiuti: D1 - (A), (Q)
  3. Progettazione del posto di lavoro:
    • Layout ergonomico: D2 - (S), (Q)
    • Ventilazione e controllo della qualità dell'aria: D1 - (S), (A), (Q)
    • Illuminazione adeguata: D2, D3 - (S), (Q)
  4. Dispositivi di Protezione Individuale (DPI):
    • Selezione e uso appropriato: D1, D3 - (S)
    • Manutenzione e sostituzione: D1, D3 - (S), (Q)
  5. Formazione ed educazione dei lavoratori:
    • Consapevolezza dei rischi: D1, D2, D3 - (S), (A), (Q)
    • Procedure di sicurezza: D1, D2, D3 - (S), (Q)
    • Uso corretto delle attrezzature: D2, D3 - (S), (Q)
  6. Gestione dello stress lavorativo:
    • Carichi di lavoro equilibrati: D2 - (S), (Q)
    • Pausе e riposi adeguati: D2 - (S), (Q)
  7. Automazione e tecnologia:
    • Sostituzione di compiti pericolosi con soluzioni automatizzate: D2, D3 - (S), (Q)
    • Utilizzo di tecnologie per migliorare la sicurezza: D1, D2, D3 - (S), (Q)
  8. Normative e standard di sicurezza:
    • Legislazione nazionale e internazionale: D1, D2, D3 - (S), (A), (Q)
    • Conformità alle norme di sicurezza: D1, D2, D3 - (S), (A), (Q)
  9. Cultura della sicurezza:
    • Promozione di un ambiente di lavoro sicuro: D1, D2, D3 - (S), (A), (Q)
    • Responsabilità condivisa per la sicurezza: D1, D2, D3 - (S), (A), (Q)
  10. Gestione delle emergenze:
    • Piani di evacuazione: D3 - (S)
    • Procedure di primo soccorso: D3 - (S)
  11. Monitoraggio e miglioramento continuo:
    • Audit di sicurezza: D1, D2, D3 - (S), (A), (Q)
    • Analisi degli incidenti e dei near miss: D3 - (S), (Q)
  12. Aspetti psicosociali del lavoro:
    • Prevenzione del mobbing e delle molestie: D2 - (S), (Q)
    • Promozione del benessere psicologico: D2 - (S), (Q)
  13. Sostenibilità e sicurezza:
    • Pratiche di lavoro eco-compatibili: D1 - (A), (Q)
    • Gestione delle sostanze chimiche e dei materiali pericolosi: D1, D3 - (S), (A), (Q)
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