ISO 9001 - VALUTARE L'ESITO DELLE AZIONI CORRETTIVE

Avete dato seguito a una non conformità avviando un'azione correttiva. Ma come si valuta la sua reale efficacia?

valutare le azioni correttive nella iso 9001

Criteri per valutare l'efficacia di un'azione correttiva

Nella gestione della qualità secondo la norma ISO 9001, è fondamentale non solo implementare azioni correttive ogni volta che una non conformità lo richiede, ma anche assicurarsi che queste siano effettivamente efficaci. Per fare ciò, è necessario stabilire criteri chiari e misurabili. Eccovi, dunque, i tre principali criteri per valutare l'efficacia di un'azione correttiva:

1. Eliminazione della causa alla radice

Il primo e forse il più importante criterio è l'eliminazione della causa radice del problema. Un'azione correttiva può considerarsi efficace solo se riesce a rimuovere la fonte originaria della non conformità. Questo richiede:

  • un'analisi approfondita per identificare la vera causa del problema, non solo i sintomi superficiali;
  • l'implementazione di misure mirate che affrontino direttamente questa causa;
  • la verifica che la causa identificata sia stata effettivamente eliminata

L'utilizzo di tecniche come i "5 perché" o il diagramma di Ishikawa può essere utile in questo processo di identificazione e eliminazione della causa radice.

2. Prevenzione della ricorrenza del problema

Un'azione correttiva veramente efficace non si limita a risolvere il problema attuale, ma pevita che si ripresenti in futuro. Questo criterio implica:

  • l'implementazione di misure preventive basate su ciò che si è imparatoe;
  • la modifica di processi, delle procedure o delle istruzioni di lavoro per incorporare le nuove misure;
  • la formazione del personale sulle nuove pratiche o procedure;
  • il monitoraggio continuo per verificare che il problema non si ripresenti nel tempo

3. Miglioramento misurabile dei processi o delle prestazioni

Infine, un'azione correttiva efficace dovrebbe portare a un miglioramento tangibile e misurabile nei processi aziendali o nelle performance. Questo può includere:

  • aumento dell'efficacia o dell'efficienza operativa;
  • riduzione degli scarti o delle non conformità;
  • miglioramento della soddisfazione del cliente;
  • ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse

Per valutare questo criterio, è essenziale:

  • stabilire indicatori chiari e pertinenti prima di implementare l'azione correttiva;
  • misurare e confrontare i risultati prima e dopo l'implementazione;
  • utilizzare metodi statistici per verificare la significatività dei miglioramenti osservati

Metodi per misurare l'efficacia dell'azione correttiva

Dopo aver stabilito i criteri per valutare l'efficacia di un'azione correttiva, è fondamentale implementare metodi concreti per misurarla. Ecco quattro approcci principali per determinare se un'azione correttiva ha raggiunto i risultati desiderati:

1. Analisi dei dati prima e dopo l'implementazione

Questo metodo si basa sul confronto diretto tra la situazione precedente e quella successiva all'implementazione dell'azione correttiva. Prevede:

  • una raccolta sistematica di dati rilevanti prima dell'implementazione dell'azione correttiva;
  • la definizione di un periodo di osservazione adeguato dopo l'implementazione;
  • la raccolta dei stessi dati dopo l'implementazione, assicurando condizioni comparabili;
  • un'analisi statistica per valutare la significatività dei cambiamenti osservati

Esempio: Se l'azione correttiva mirava a ridurre i difetti di produzione, si potrebbero confrontare i tassi di difetto prima e dopo l'implementazione, utilizzando tecniche come l'analisi della varianza (ANOVA) per verificare se la riduzione è statisticamente significativa.

2. Audit interni

Gli audit interni offrono un approccio strutturato per valutare l'efficacia delle azioni correttive. Questo metodo include:

  • pianificazione di audit mirati dopo l'implementazione dell'azione correttiva
  • formazione degli auditor interni sui criteri specifici di efficacia da valutare
  • esecuzione dell'audit, che può includere:
    • riesame della documentazione relativa all'azione correttiva
    • colloqui con il personale coinvolto
    • osservazione diretta dei processi interessati
  • analisi dei risultati dell'audit e confronto con gli obiettivi dell'azione correttiva

Gli audit interni sono particolarmente utili per valutare l'adozione e l'integrazione delle nuove pratiche nei processi aziendali.

3. Feedback dai clienti e dalle parti interessate

Il feedback esterno è un indicatore importante dell'efficacia di un'azione correttiva, soprattutto quando il problema originale aveva un impatto diretto sui clienti o su altre parti interessate. Questo metodo può includere:

  • sondaggi mirati sulla soddisfazione del cliente;
  • analisi dei reclami e delle segnalazioni post-implementazione;
  • incontri di feedback con clienti chiave o rappresentanti delle parti interessate;
  • monitoraggio delle recensioni online o dei commenti sui social media, se pertinenti

È importante non solo raccogliere il feedback, ma anche analizzarlo in modo sistematico per identificare tendenze e aree di miglioramento continuo.

4. Monitoraggio degli indicatori

I KPI forniscono una misura oggettiva e quantificabile dell'efficacia di un'azione correttiva. Questo metodo prevede:

  • identificazione degli indicatori più rilevanti per l'azione correttiva implementata;
  • definizione di valori target per ciascun KPI;
  • implementazione di sistemi di raccolta dati affidabili e continui;
  • analisi regolare degli indicatori e confronto con i valori target e con i dati storici

Esempi di indicatori possono includere:

  • tasso di difetti o non conformità;
  • tempi di ciclo dei processi;
  • punteggi di soddisfazione del cliente;
  • costi operativi

È fondamentale che i KPI scelti siano direttamente correlati all'azione correttiva e ai suoi obiettivi.

Attenzione alle tempistiche!

La scelta delle tempistiche appropriate per valutare l'efficacia di un'azione correttiva è fondamentale per garantire una valutazione accurata e che abbia un significato. Questo aspetto spesso trascurato può fare la differenza tra una valutazione superficiale e una comprensione profonda dell'impatto reale dell'azione correttiva. Esaminiamo due aspetti chiave delle tempistiche:

1. Breve termine e lungo termine

La valutazione dell'efficacia di un'azione correttiva dovrebbe considerare sia gli effetti a breve termine che quelli a lungo termine:

Valutazione a breve termine:

  • Scopo: fornisce un feedback rapido sull'impatto immediato dell'azione correttiva.
  • Vantaggi:
    • permette di identificare e correggere rapidamente eventuali problemi di implementazione
    • offre una prima indicazione del potenziale successo dell'azione
  • Svantaggi:
    • potrebbe non rilevare effetti che richiedono più tempo per manifestarsi
    • può essere influenzata da fattori temporanei o dall'effetto Hawthorne (miglioramento temporaneo dovuto all'attenzione ricevuta)
  • Quando utilizzarla:
    • per azioni correttive che mirano a risolvere problemi urgenti o critici
    • come parte di un processo di valutazione in più fasi

Valutazione a lungo termine:

  • Scopo: valuta l'efficacia sostenibile e l'impatto duraturo dell'azione correttiva
  • Vantaggi:
    • permette di osservare effetti che si manifestano solo nel tempo
    • fornisce una visione più completa dell'impatto sull'organizzazione
  • Svantaggi:
    • richiede più tempo e risorse
    • può essere influenzata da altri cambiamenti organizzativi nel frattempo
  • Quando utilizzarla:
    • per azioni correttive che mirano a cambiamenti sistemici o culturali
    • per valutare la prevenzione della ricorrenza del problema nel tempo

2. Definizione di un periodo di osservazione adeguato

La determinazione del periodo di osservazione ottimale è fondamentale per una valutazione accurata. Ecco alcuni fattori da considerare:

Fattori che influenzano la durata del periodo di osservazione:

  1. Natura del problema: problemi complessi o sistemici possono richiedere periodi di osservazione più lunghi rispetto a questioni sporadiche o tecniche
  2. Ciclo del processo: il periodo dovrebbe coprire almeno un ciclo completo del processo interessato. Ad esempio, per un problema di produzione stagionale, potrebbe essere necessario un anno intero
  3. Frequenza degli eventi: se il problema riguarda eventi rari, il periodo di osservazione deve essere sufficientemente lungo da includere un numero significativo di questi eventi
  4. Tempistiche di implementazione: considerare il tempo necessario per l'implementazione completa dell'azione correttiva, inclusa la formazione del personale e l'adattamento ai nuovi processi
  5. Requisiti normativi o di settore: alcuni settori o normative possono specificare periodi minimi di monitoraggio per determinati tipi di azioni correttive

Linee guida per definire il periodo di osservazione:

  • Periodo minimo: generalmente, si dovrebbe considerare un periodo minimo di 3-6 mesi per la maggior parte delle azioni correttive
  • Valutazioni intermedie: per periodi lunghi, pianificare valutazioni intermedie per monitorare il progresso e fare aggiustamenti, se necessario
  • Flessibilità: essere pronti ad estendere il periodo di osservazione se i dati iniziali non sono conclusivi
  • Bilanciamento: trovare un equilibrio tra la necessità di dati affidabili e l'urgenza di confermare l'efficacia dell'azione

Esempio pratico:

Per un'azione correttiva mirata a ridurre i difetti di produzione in un processo manifatturiero:

  • Valutazione a breve termine: 1-2 mesi per verificare l'implementazione corretta e l'impatto immediato.
  • Valutazione a lungo termine: 6-12 mesi per confermare la sostenibilità della riduzione dei difetti e la prevenzione della ricorrenza.
  • Periodo di osservazione adeguato: 9 mesi, con valutazioni intermedie a 3 e 6 mesi.

Gestione delle azioni correttive non efficaci

Infine, analizziamo come comportarci davanti a quelle azioni correttive che, nonostante una pianificazione attenta e un'implementazione scrupolosa, sono risultate inefficaci al primo tentativo.

Quando un'azione correttiva si rivela inefficace, è essenziale avere un processo strutturato per la sua revisione. Ecco le fasi di questo processo:

a) Analisi dell'insuccesso

  • Revisione dei dati: esaminare attentamente tutti i dati raccolti durante l'implementazione e la valutazione dell'azione correttiva
  • Identificazione dei punti dove si è sbagliato: determinare in quale fase l'azione correttiva non ha prodotto i risultati attesi
  • Analisi delle cause: condurre una nuova analisi delle cause alla radice del problema, considerando sia l'inefficacia dell'azione che il problema originale

b) Valutazione critica dell'approccio

  • Riesame degli obiettivi: verificare se gli obiettivi originali erano realistici e ben definiti
  • Verifica della metodologia: esaminare se i metodi utilizzati per l'implementazione e la valutazione erano appropriati
  • Analisi delle risorse: valutare se le risorse allocate (tempo, personale, budget) erano sufficienti

c) Pianificazione della revisione

  • Brainstorming di soluzioni alternative: generare nuove idee o approcci per affrontare il problema originale
  • Consultazione degli stakeholder: coinvolgere tutte le parti interessate per ottenere diverse prospettive e suggerimenti
  • Definizione di un nuovo piano d'azione: sviluppare un piano rivisto, incorporando le lezioni apprese dal tentativo precedente

d) Implementazione della versione rivista

  • Comunicazione chiara: informare tutti gli interessati sulle modifiche al piano e sulle ragioni di tali cambiamenti
  • Monitoraggio rafforzato: implementare un sistema di monitoraggio più rigoroso per tracciare l'efficacia delle nuove azioni
  • Punti di controllo frequenti: stabilire controlli più ravvicinati per permettere aggiustamenti tempestivi

e) Nuova valutazione dell'efficacia

  • Applicazione di criteri rivisti: se necessario, aggiornare i criteri di valutazione dell'efficacia basandosi sulle nuove conoscenze acquisite
  • Confronto con i risultati precedenti: analizzare come i nuovi risultati si confrontano con quelli del tentativo precedente
  • Valutazione dell'impatto complessivo: considerare non solo la risoluzione del problema specifico, ma anche gli effetti più ampi sull'organizzazione

Gli insuccessi nelle azioni correttive, se gestiti correttamente, possono diventare potenti strumenti di apprendimento e miglioramento organizzativo. Ecco come massimizzare l'apprendimento da queste situazioni:

a) Creazione di una cultura dell'apprendimento

  • Promozione dell'apertura: incoraggiare un ambiente in cui gli insuccessi sono visti come opportunità di apprendimento e non come fallimenti
  • Celebrazione dell'apprendimento: riconoscere e premiare i team che dimostrano un apprendimento significativo dagli insuccessi
  • Eliminazione della colpa: focalizzarsi sulla comprensione delle cause sistemiche e non sulla ricerca di colpevoli individuali

b) Documentazione e condivisione delle lezioni apprese

  • Documentare: documentare dettagliatamente il processo, dall'azione iniziale alla revisione e al rilancio
  • Database delle lezioni apprese: mantenere un database centralizzato di insegnamenti tratti dalle azioni correttive non efficaci
  • Sessioni di condivisione: organizzare incontri regolari per discutere gli insuccessi e le lezioni apprese

c) Analisi dei pattern

  • Identificazione di tendenze: analizzare le azioni correttive non efficaci per identificare modelli comuni
  • Root cause analysis sistemica: esaminare se ci sono cause radice sistemiche che contribuiscono a ripetuti insuccessi
  • Aggiornamento delle best practice: utilizzare le intuizioni ottenute per migliorare le linee guida generali per le azioni correttive

d) Sviluppo di competenze

  • Formazione mirata: progettare programmi di formazione che affrontino le lacune di competenze identificate attraverso l'analisi degli insuccessi
  • Mentoring: abbinare personale meno esperto con colleghi più esperti per facilitare il trasferimento di conoscenze
  • Simulazioni e scenari: creare esercizi basati su casi reali di insuccesso per sviluppare competenze di problem-solving

e) Miglioramento dei processi

  • Revisione delle procedure: aggiornare le procedure di gestione delle azioni correttive basandosi sulle lezioni apprese
  • Rafforzamento dei controlli: implementare controlli aggiuntivi nei punti critici identificati attraverso l'analisi degli insuccessi
  • Automazione: dove possibile, automatizzare i processi per ridurre gli errori umani identificati come cause di insuccesso

f) Feedback loop con il sistema di gestione della qualità

  • Aggiornamento della politica della qualità: incorporare le lezioni apprese nella politica della qualità dell'organizzazione
  • Revisione degli obiettivi: adattare gli obiettivi di qualità per riflettere una comprensione più profonda delle sfide
  • Input per il riesame della direzione: utilizzare le intuizioni ottenute come input chiave per il riesame periodico del sistema di gestione della qualità da parte della direzione
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