IL CONCETTO DI PROPORZIONALITA' NELLA ISO 9001
Il concetto di proporzionalità è uno dei pilastri della ISO 9001:2015 e, tradizionalmente, questo principio viene interpretato focalizzandosi quasi esclusivamente sul rapporto tra costi e benefici immediati delle azioni intraprese. C'è, però, un'altra via

Al punto 6.1.2 della ISO 9001:2015 si dice che "Le azioni intraprese per affrontare i rischi e le opportunità devono essere proporzionate all'impatto potenziale sulla conformità di prodotti e servizi". Il concetto di proporzionalità è uno dei pilastri fondamentali della norma e, tradizionalmente, questo principio viene interpretato in modo restrittivo, focalizzandosi quasi esclusivamente sul rapporto tra costi e benefici immediati delle azioni intraprese. In questo contesto, la proporzionalità diventa uno strumento per il contenimento dei costi, mirando a garantire che le risorse impiegate siano commisurate ai risultati attesi nel breve termine.
Un approccio eccessivamente focalizzato sui costi rischia, però, di trascurare opportunità di creazione di valore che richiedono investimenti iniziali maggiori ma che possono generare ritorni significativi nel tempo. Ad esempio, l'implementazione di un sistema di gestione della qualità potrebbe richiedere risorse considerevoli nell'immediato, ma portare a una riduzione dei costi della non-qualità e a un miglioramento della soddisfazione dei clienti nel lungo termine.
Per superare queste limitazioni, è necessario evolversi verso una visione più strategica della proporzionalità. In questa prospettiva, il concetto di "proporzionato" diventa uno strumento per allocare le risorse in modo intelligente, bilanciando esigenze di breve e lungo termine e considerando un più ampio spettro di impatti potenziali. Non si tratta più solo di abbattere i costi ma di favorire la creazione di valore complessivo per l'organizzazione attraverso:
- l'impatto sulla catena del valore
- gli effetti a lungo termine
- le sinergie con altre iniziative
- il contributo agli obiettivi strategici
La matrice probabilità/impatto, quindi, non basta più. Servono nuovi indicatori capaci di misurare anche le risorse intangibili che, spesso, contano quanto quelle tangibili. Tra gli impatti indiretti abbiamo quelli non immediatamente riconducibili all'azione specifica ma che si propagano lungo la catena del valore, influenzando processi e risultati anche in aree apparentemente distanti come, ad esempio:
- le competenze
- la conoscenza dell'organizzazione
- la reputazione
- la resilienza organizzativa
- il potenziale di innovazione
- la crescita sostenibile
La proporzionalità dovrebbe guidare le priorità strategiche. E' mappando le iniziative strategiche che possiamo misurare il loro impatto reale tramite la Balanced Scorecard e l'Hoshin Kanri che ci aiutano a collegare azioni e strategia.
Una volta mappate le azioni, è necessario quantificare il loro impatto strategico tramite la Value Stream Mapping che ci aiuta a supportare un'allocazione delle risorse basata sull'impatto strategico.
L'allineamento con la strategia, tuttavia, non è sufficiente. Per massimizzare l'efficacia complessiva delle azioni intraprese, è necessario anche bilanciare diverse tipologie di interventi, come le azioni preventive volte a mitigare i rischi e le azioni migliorative volte a cogliere le opportunità di crescita.
Un'altra considerazione nell'ottimizzazione delle azioni da intraprendere è la gestione delle interdipendenze. Iniziative apparentemente indipendenti possono in realtà presentare sinergie significative che possono essere sfruttate per amplificare l'impatto complessivo.
Dall'allocazione delle risorse alla generazione di valore
Per sfruttare appieno il potenziale della proporzionalità come leva strategica, è necessario ripensare il concetto stesso di "risorsa". Tradizionalmente, l'allocazione delle risorse si è focalizzata principalmente su asset tangibili e finanziari, trascurando il ruolo cruciale delle risorse intangibili.
Le risorse intangibili, come il capitale intellettuale, le competenze dei dipendenti e la reputazione del marchio, sono - però - sempre più determinanti per il successo delle organizzazioni.
Per tradurre i principi della proporzionalità strategica in pratica, è necessario un modello che guidi le organizzazioni nel processo di implementazione. Il primo passo è la valutazione della maturità organizzativa rispetto alle competenze e alle capacità richieste. Un assessment iniziale tramite, ad esempio, il Capability Maturity Model Integration (CMMI) può fornire una stima accurata del punto di partenza dell'organizzazione, identificando i punti di forza e le aree di miglioramento in relazione alle best practice del settore.
Sulla base dei risultati della valutazione, è possibile condurre una gap analysis per identificare le aree di miglioramento e le lacune da colmare. Tecniche come la SWOT possono aiutare a strutturare questa analisi e a definire le azioni correttive.