ISO 14001: DOMANDE E RISPOSTE SUL PUNTO 10.2 - NON CONFORMITA' E AZIONI CORRETTIVE
Come si può determinare in modo pratico se una non conformità è sufficientemente simile ad altre per giustificare un'azione correttiva sistemica invece che puntuale? Questa è solamente una delle domande che ci facciamo su questo punto della ISO 14001

Attraverso il metodo delle domande e risposte, che ormai caratterizza molti dei nostri approfondimenti su QualitiAmo, abbiamo voluto spiegare in modo pratico e operativo uno dei requisiti più critici della ISO 14001 e, in generale, delle norme che riguardano i sistemi di gestione: la gestione delle non conformità e delle azioni correttive. Partendo dal punto 10.2, ci siamo posti una serie di domande operative, proprio come farebbe un responsabile dell'ambiente sul campo, per poi fornire risposte concrete, corredate da esempi e strumenti pratici.
Vediamo, quindi, la prima domanda.
Come si può determinare in modo pratico se una non conformità è "sufficientemente simile" ad altre per giustificare un'azione correttiva sistemica invece che puntuale?
Per stabilire se due o più non conformità sono simili, occorre analizzare:
- il luogo di accadimento: se le NC si sono verificate in reparti/aree diverse ma con processi simili, ecc.
- le cause: se derivano dallo stesso tipo di problema (es. mancanza di formazione, procedure poco chiare)
- la tipologia di impatto ambientale: se generano lo stesso tipo di conseguenza (es. emissioni in atmosfera, scarichi idrici)
- la frequenza: se si verificano con una certa regolarità o con modelli ricorrenti
- il personale coinvolto: se coinvolgono ruoli o mansioni analoghe
Vediamo due esempi: uno di 3 non conformità simili e uno di tre non conformità che sono simili solo in apparenza:
Esempio 1: non conformità simili (→ azione sistemica)
- NC1: sversamento di olio durante la manutenzione nel reparto A
- NC2: sversamento di olio durante la manutenzione nel reparto B
- NC3: sversamento di olio durante la manutenzione nel reparto C
Il modello, in questo caso, è comune: stessa tipologia di incidente, stessa attività, cause simili (procedure di manutenzione inadeguate) → L'azione sarà sistemica: revisione completa delle procedure di manutenzione e di formazione specifica
Esempio 2: non conformità solo apparentemente simili (→ azioni puntuali sulle singole NC)
- NC1: superamento dei limiti delle emissioni per un guasto del filtro
- NC2: superamento dei limiti delle emissioni per un errore operativo
- NC3: superamento dei limiti delle emissioni per una taratura errata
Sebbene l'effetto sia lo stesso, le cause sono diverse e richiedono azioni correttive specifiche.
Per una valutazione oggettiva, si può utilizzare una matrice di correlazione. Qui sotto vediamo un esempio:
Parametro di similarità | Peso (1-5) | NC1-NC2 | NC1-NC3 | NC2-NC3 |
---|---|---|---|---|
Luogo | 3 | 4 | 2 | 3 |
Causa | 5 | 5 | 4 | 4 |
Impatto ambientale | 4 | 3 | 3 | 5 |
Frequenza | 3 | 4 | 4 | 3 |
Personale coinvolto | 2 | 3 | 2 | 4 |
Punteggio totale
> 75% → considerare azione sistemica
tra 50% e 75% → valutare caso per caso
< 50% → trattare come NC separate
Per verificare se la scelta tra l'azione sulla singola NC o un'azione sistemica è stata corretta, monitorare:
- il tasso di recidiva delle NC
- il tempo medio di risoluzione
- i costi di implementazione contro i benefici
- il feedback dagli operatori
- il numero di NC simili nei 6 mesi successivi
Come si gestisce una non conformità quando le cause sono multiple e interconnesse? Quale approccio metodologico è più efficace?
Partiamo utilizzando la metodologia di analisi "5M+1E", strutturando l'analisi secondo le categorie principali:
- Man (Personale)
- Machine (Attrezzature)
- Method (Metodi/Procedure)
- Material (Materiali)
- Measurement (Misure/Controlli)
- Environment (Ambiente/Contesto)
Passiamo, poi, a un approccio a 4 fasi:
FASE 1: MAPPATURA INIZIALE
- Creare un diagramma di Ishikawa preliminare
- Identificare tutte le possibili cause
- Raccogliere dati e evidenze per ogni causa
- Coinvolgere il personale dei diversi reparti
FASE 2: ANALISI DELLE CONNESSIONI
Quando parliamo di analisi delle connessioni, intendiamo un processo sistematico per mappare e comprendere come diverse problematiche, cause ed effetti si influenzino reciprocamente. Ecco come eseguirla praticamente:
- Mappatura visuale
- Utilizzare una lavagna grande (fisica o digitale)
- Posizionare al centro la non conformità principale
- Collegare con frecce le cause primarie
- Estendere con frecce secondarie le cause indirette
- Usare colori diversi per distinguere tipologie di cause/effetti
- Identificazione delle relazioni
- Dirette: A causa direttamente B
- Inverse: quando A aumenta, B diminuisce
- Cicliche: A influenza B che a sua volta influenza A
- Ritardate: A causa B dopo un certo tempo
- Amplificate: piccole variazioni di A causano grandi variazioni di B
- Valutazione della forza delle connessioni
- Forte: impatto diretto e significativo
- Media: impatto indiretto ma rilevante
- Debole: impatto marginale o occasionale
- Documentazione delle dipendenze
- Elencare tutte le relazioni identificate
- Descrivere la natura di ogni connessione
- Quantificare dove possibile l'impatto
- Identificare eventuali effetti a catena
L'output deve essere un documento chiaro che mostri tutte le connessioni rilevanti, permettendo di identificare i punti di intervento più efficaci per risolvere la non conformità.
FASE 3: PRIORITA'
Questa fase serve a stabilire un ordine logico e razionale di intervento sulle cause identificate. Ecco come strutturarla in pratica:
- Criteri di valutazione - si valutano le cause secondo tre parametri chiave:
- Impatto: gravità dell'effetto sul sistema
- Frequenza: quanto spesso si manifesta
- Controllo: quanto è gestibile/controllabile
- Sistema di punteggio - per ogni causa si assegna un punteggio:
- Da 1 a 5 per ogni parametro
- 1 = minimo, 5 = massimo
- Moltiplicare i tre valori per ottenere il punteggio finale
Matrice di valutazione:
Causa | Impatto | Frequenza | Controllo | Punteggio |
---|---|---|---|---|
Manutenzione | 5 | 4 | 3 | 60 |
Procedure | 4 | 5 | 4 | 80 |
Strumenti | 3 | 3 | 4 | 36 |
Organizzazione | 5 | 3 | 2 | 30 |
- Categorizzazione - risultati In base al punteggio totale:
- Priorità alta: > 60 punti
- Priorità media: 30-60 punti
- Priorità bassa: < 30 punti
L'output deve essere una lista ordinata di cause su cui intervenire, con le priorità ben indicate.
FASE 4: PIANO D'AZIONE
Il piano d'azione è la traduzione operativa dell'analisi svolta. Ecco come strutturarlo concretamente:
- Livelli di intervento - va organizzato su tre orizzonti temporali:
- Interventi immediati (24-48h)
- Azioni a breve termine (1 mese)
- Azioni a lungo termine (3-6 mesi)
- Elementi chiave per ogni azione - per ogni intervento definire:
- Responsabile specifico
- Tempistica precisa (data inizio/fine)
- Risorse necessarie (umane/economiche)
- Indicatori di successo
- Tappe intermedie
- Matrice di integrazione - verificare per ogni azione:
- Impatti su altri processi/sistemi
- Necessità di coordinamento
- Potenziali conflitti
- Sinergie possibili
- Sistema di monitoraggio:
- Frequenza dei controlli
- Strumenti di verifica
- Momenti di revisione
- Meccanismi di reporting
- Documentazione di supporto - preparare:
- Procedure
- Check-list di controllo
- modulo di reporting
- Materiale formativo
L'output finale è un documento operativo che guida l'implementazione pratica delle soluzioni identificate.
Come strumento di supporto si può utilizzare la matrice di correlazione delle cause che è utile per visualizzare e comprendere come le diverse cause si influenzano tra loro. Ecco come utilizzarla:
- Costruzione della matrice
- Elencare tutte le cause identificate
- Creare una matrice quadrata dove ogni causa si interseca con le altre
- Lasciare vuota la diagonale (intersezione di una causa con se stessa)
- Sistema di valutazione - utilizzare una scala numerica:
- 1 = correlazione debole
- 2 = correlazione media
- 3 = correlazione forte
- 4 = correlazione molto forte
- Vuoto = nessuna correlazione
- Processo di compilazione
- Valutare ogni intersezione
- Considerare la direzione dell'influenza
- Documentare eventuali note o osservazioni
- Validare le valutazioni
- Analisi dei risultati
- Sommare i valori per riga/colonna
- Identificare le cause più influenti
- Rilevare le cause correlate
- Evidenziare i modelli ricorrenti
L'output è una visione chiara delle interdipendenze tra cause, che aiuta a:
- identificare i punti critici
- prevedere gli effetti a cascata
- ottimizzare le risorse
- pianificare interventi efficaci
A. MATRICE DI CORRELAZIONE CAUSE
Causa1 | Causa2 | Causa3 | Causa4 | |
---|---|---|---|---|
Causa1 | - | 3 | 2 | 1 |
Causa2 | 3 | - | 4 | 2 |
Causa3 | 2 | 4 | - | 3 |
Causa4 | 1 | 2 | 3 | - |
Scala: 1 = debole, 2 = media, 3 = forte, 4 = molto forte
Come si può strutturare un sistema di valutazione dell'efficacia delle azioni correttive che vada oltre la semplice verifica della non ripetizione della non conformità?
Ecco come strutturare un sistema avanzato di valutazione dell'efficacia delle azioni correttive:
FRAMEWORK DI VALUTAZIONE MULTI-DIMENSIONALE: le dimensioni della valutazione saranno:
Diretta
- non ripetizione della NC
- tempi di risoluzione
- costi di intervento
Indiretta
- impatto su altri processi
- miglioramenti collaterali
- effetti sull'organizzazione
Sistemica
- bontà della soluzione
- trasferibilità
- sostenibilità nel lungo termine
INDICATORI SPECIFICI
Vediamo come strutturare concretamente un sistema di KPI efficace per monitorare le azioni correttive. Le categorie di indicatori saranno:
TECNICI
- Tempo medio tra i guasti
- Efficienza globale degli impianti
- Tasso di scarti/difetti
- Downtime non pianificato
- Conformità dei parametri di processo
AMBIENTALI
- Livelli delle emissioni
- Consumo delle risorse
- Generazione dei rifiuti
- Incidenti ambientali
- Superamenti dei limiti
GESTIONALI
- Tempo di risposta alle NC
- Costi di gestione delle NC
- Efficacia delle azioni correttive
- Recidività dei problemi
- Documenti completi
TIMELINE DI VERIFICA STRUTTURATA
Per strutturare operativamente il percorso temporale di controllo dell'efficacia delle azioni correttive, possiamo procedere in questo modo:
T0: IMPLEMENTAZIONE
- Verifica che l'implementazione sia corretta
- Check-list di avvio
- Raccolta dati della baseline
- Foto/documenti dello stato iniziale
T1: VERIFICA IMMEDIATA (+1 settimana)
- Controllo del funzionamento di base
- Rilevazione dei problemi immediati
- Feedback dei primi utilizzatori
- Aggiustamenti rapidi
T2: VERIFICA A BREVE TERMINE (+1 mese)
- Analisi dei dati operativi
- Colloqui con gli utilizzatori
- Confronto con la baseline
- Valutazione dei primi risultati
T3: VERIFICA A MEDIO TERMINE (+3 mesi)
- Analisi dei trend
- Valutazione della stabilità
- Verifica dell'integrazione sistema
- Identificazione delle ottimizzazioni
T4: VERIFICA A LUNGO TERMINE (+6 mesi)
- Analisi completa dei benefici
- Valutazione del ROI
- Verifica della sostenibilità
- Conferma dell'efficacia
T5: VERIFICA DI CONSOLIDAMENTO (+12 mesi)
- Conferma dei risultati
- Standardizzazione
- Lezioni apprese
- Opportunità di miglioramento
Per ogni controllo andranno definiti:
- il responsabile
- i parametri da controllare
- i criteri di accettazione
- il report standard
- le azioni in caso di scostamenti rispetto alle attese
CHECKLIST DI VALUTAZIONE COMPLETA
EFFICACIA DIRETTA
□ NC non si è ripetuta
□ Parametri operativi nella norma
□ Costi in linea con il budget
EFFICACIA PROCEDURALE
□ Procedure aggiornate e rispettate
□ Personale formato e competente
□ Documentazione completa e accessibile
EFFICACIA ORGANIZZATIVA
□ Ruoli e responsabilità chiari
□ Comunicazione efficace
□ Integrazione con altri sistemi
EFFICACIA SISTEMICA
□ Soluzione applicabile ad altri casi
□ Miglioramento processi correlati
□ Cultura preventiva rafforzata
ANALISI BENEFICI ESTESI
L'Analisi dei benefici estesi è uno strumento per identificare e valutare tutti gli impatti positivi, diretti e indiretti, delle azioni correttive. Ecco come strutturarla:
- BENEFICI DIRETTI
- Riduzione di NC specifiche
- Risparmi economici immediati
- Miglioramenti prestazionali
- Conformità normativa
- Riduzione dei rischi operativi
- BENEFICI INDIRETTI
- Ottimizzazione dei processi correlati
- Miglioramento delle competenze del personale
- Rafforzamento del sistema documentale
- Miglioramento della comunicazione interna
- Efficientamento delle risorse
- BENEFICI SISTEMICI
- Rafforzamento della cultura qualità
- Miglioramento dell'immagine aziendale
- Innovazione dei processi/metodi
- Crescita del know-how dell'organizzazione
L'output è una mappatura completa dei benefici che:
- giustifica gli investimenti
- evidenzia il valore aggiunto
- supporta le decisioni future
- motiva il personale
- valorizza i risultati