LA REVERSE INTERVIEW: FARE DOMANDE AL SELEZIONATORE

Se la persona con la quale state sostenendo un colloquio di lavoro vi chiede se avete qualche domanda, approfittatene perché è una grande occasione

reverse interview fare domande al selezionatore

Immaginate di essere a teatro e che, improvvisamente, gli spettatori salgano sul palco mentre gli attori si siedono in platea. Questo cambio di prospettiva, apparentemente destabilizzante, è esattamente ciò che accade durante una reverse interview: il candidato per una posizione lavorativa diventa il protagonista e assume il ruolo di intervistatore.

La capacità di porre le domande giuste può fare la differenza tra una scelta di carriera illuminata e un salto nel buio anche perché non dovrebbero più essere solo le aziende a scegliere ma anche i professionisti a valutare attentamente dove investire il proprio talento. Oltretutto, le domande acute di un candidato possono svelare la vera cultura aziendale meglio di qualsiasi brochure patinata.

Le domande che poniamo durante un colloquio raccontano molto di noi. La psicologa Carol Dweck, nel suo celebre libro "Mindset", evidenzia come le persone con una mentalità di crescita tendano a vedere le sfide come vere e proprie opportunità di apprendere. La reverse interview incarna perfettamente questo approccio: non deve trasfromarsi in un interrogatorio ma un dialogo costruttivo che mira a creare valore per entrambe le parti.

La psicologia dietro questo cambio di prospettiva è affascinante. Quando un candidato pone domande pertinenti e ben strutturate, non solo raccoglie informazioni preziose, ma dimostra anche interesse, preparazione e maturità professionale. È come se dicesse: "Non sono qui solo per ottenere un lavoro, ma per costruire una partnership di valore per entrambe le parti".

Le 10 domande fondamentali (e perché funzionano)

Ogni domanda è un'opportunità preziosa per scoprire la verità sugli aspetti che più vi stanno a cuore nell'ambiente lavorativo che state prendendo in considerazione. E, dato che, al massimo, potrete fare un paio di domande, bisogna sceglierle bene. Qui di seguito vi diamo qualche spunto.

"Quale percorso di carriera prevedete per questo ruolo?"

Quando ponete questa domanda, state chiedendo all'azienda di mostrare le sue carte sulla vostra potenziale evoluzione professionale. Le risposte possono variare di molto, ad esempio:

  • una risposta dettagliata con tappe chiare indica un'organizzazione che pianifica attentamente la crescita delle persone di talento
  • una risposta vaga potrebbe suggerire l'assenza di un percorso strutturato
  • una risposta che enfatizza la meritocrazia dovrebbe essere supportata da esempi concreti di promozioni interne

"Come supportate concretamente la formazione?"

Una risposta interessante dovrebbe includere:

  • budget dedicato alla formazione
  • esempi di corsi o certificazioni già finanziati
  • modalità di accesso alle opportunità formative
  • presenza di percorsi di coaching interni

"Come descrivereste la cultura aziendale in tre parole?"

Con questa domanda state chiedendo al vostro interlocutore di scattare una fotografia all'anima dell'azienda. fate molta attenzione alla risposta:

  • la prontezza nel riscontro indica quanto l'azienda sia consapevole della propria identità
  • le parole scelte rivelano i valori realmente importanti
  • eventuali esitazioni potrebbero suggerire una cultura non ben definita

"Come gestite i conflitti interni?"

In questo caso le risposte rivelano:

  • la maturità dei processi organizzativi
  • il livello di trasparenza nelle comunicazioni
  • l'effettivo rispetto per le persone

"Quali sono i principali problemi che dovrò affrontare?"

Una risposta onesta dovrebbe:

  • identificare gli ostacoli specifici del ruolo
  • descrivere le risorse disponibili per superarli
  • indicare come l'azienda supporta i dipendenti nelle difficoltà

"Come misurerete il successo di questo ruolo?"

Questa domanda può aiutarvi a capire:

  • se esistano indicatori chiari e misurabili
  • quanto l'azienda valorizzi i risultati
  • come vengano bilenciati obiettivi quantitativi e qualitativi

Ricordate che, in una reverse interview efficace, non state solo raccogliendo informazioni ma state anche dimostrando la vostra professionalità e il vostro interesse genuino per la posizione e l'organizzazione.

Il tempismo è tutto

Se non volete correre il rischio che, alla fine del colloquio, non vi venga lasciata la possibilità di fare qualche domanda, potreste formularle durante la chiacchierata, stando bene attenti a comprendere quando è il momento giusto per porre ciascun quesito.

Ecco una struttura temporale efficace:

All'inizio del colloquio:

  • domande di "riscaldamento" sulla posizione attuale e il contesto immediato
  • richieste di chiarimento sul ruolo, se necessarie
  • focalizzazione sugli aspetti pratici e concreti del lavoro

A metà colloquio:

  • domande sulla cultura aziendale
  • approfondimenti sul team e sulle dinamiche interne
  • quesiti sulle sfide e sulle aspettative

Verso la fine:

  • domande sulla crescita professionale
  • approfondimenti sui prossimi passi
  • questioni strategiche di lungo termine

Per gestire efficacemente il flusso:

  • utilizzate i "ponti naturali" che emergono durante la conversazione
  • sfruttate le risposte del vostro interlocutore per approfondire temi rilevanti
  • mantenete un equilibrio tra ascolto e formulazione delle domande

Cercate anche di "ammorbidire" le vostre domande più dirette. Ad esempio:

  • "Mi piacerebbe approfondire un aspetto che mi sta particolarmente a cuore..."
  • "Basandomi sulla sua esperienza in azienda..."
  • "Sarebbe interessante capire meglio..."
  • "Ha parlato di innovazione... potrebbe farmi un esempio concreto?"
  • "Mi ha colpito quando ha menzionato la collaborazione... come si manifesta nel quotidiano?"

Interpretare le risposte

Esistono segnali che indicano la buona salute di una cultura aziendale:

trasparenza nelle risposte

  • le difficoltà vengono ammesse apertamente
  • i successi sono descritti con dati concreti
  • le politiche aziendali sono spiegate con chiarezza

coerenza nel racconto

  • le storie raccontate da diversi intervistatori si allineano
  • i valori dichiarati si riflettono negli esempi pratici
  • le descrizioni del team sono realistiche, non idealizzate

ma ci sono anche pattern specifici che suggeriscono che qualcuno sta evitando di dare una risposta diretta:

modelli linguistici rivelatori:

  • uso eccessivo di generalizzazioni ("generalmente", "di solito", "tendenzialmente")
  • risposte che non rispondono veramente alla domanda
  • deviazioni della conversazione verso argomenti più comodi

comportamenti non verbali:

  • scarso contatto visivo durante specifici argomenti
  • cambiamenti nel tono della voce
  • movimenti dovuti al disagio o al nervosismo

Ci sono poi dei segnali chiari che non dovrebbero essere sottovalutati:

segnali organizzativi:

  • incapacità di descrivere chiaramente il percorso di crescita
  • risposte vaghe sulla misurazione delle performance
  • discrepanze tra quanto pubblicizzato e quanto emerso

segnali culturali:

  • riferimenti frequenti a "ore di straordinario" come se fosse un merito fermarsi oltre l'orario di lavoro
  • negazione dell'esistenza di conflitti
  • enfasi eccessiva sulla "famiglia aziendale"

Con un ipotetico semaforo mentale, potremmo organizzare le risposte in questo modo:

  • verde: risposte chiare, specifiche, supportate da esempi
  • giallo: risposte generiche ma non necessariamente negative
  • rosso: risposte evasive, contraddittorie o allarmanti

Oltre le domande standard

Le domande giuste sono quelle che nascono da una comprensione profonda del contesto. Prima del colloquio, quindi, cercate di costruirvi un quadro completo dell'azienda, in modo da poter formulare domande strategiche come: "Ho notato che nell'ultimo report annuale avete enfatizzato l'innovazione tecnologica. Come si traduce questo nella quotidianità?" o "Nel vostro recente comunicato stampa accennate a una riorganizzazione interna. Come ha influenzato il dipartimento per cui mi sto candidando?"

Le domande, infine, andrebbero anche personalizzate in base al settore di riferimento e alle sue peculiarità.

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