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QualitiAmo - Stefania Moderatore

Registrato: 16/09/07 18:37 Messaggi: 26638
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Inviato: Lun Giu 27, 2011 9:22 am Oggetto: Gli stili della leadership |
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Ho trovato questa bella riflessione di Koji Suzuki (un famoso scrittore giapponese) sulla leadership. Mi dite se siete d'accordo con le sue parole?
Quello che ho osservato spesso nella mia vita è che se un'organizzazione affronta una crisi provando ad applicare una metodologia sviluppata nel passato, questa si rivela spesso del tutto inefficace.
Questo insuccesso si deve al fatto di non aver istituito un sistema stabile o una corretta standardizzazione di ogni attività.
Ma se questi passaggi sono così importanti, com'è possibile avere un'organizzazione di successo anche senza stabilità o standardizzazione?
Uno dei motivi, probabilmente, è che molti obiettivi non possono essere raggiunti col solito modo di pensare e di agire, basandosi sulle nostre esperienze e sulle buone o cattive lezioni apprese.
La seconda ragione è che in quelle organizzazioni in cui la maggior parte delle decisioni sono state prese solo da una persona o da un piccolo gruppo di persone, sono loro che diventano un vero e proprio sistema o standard che viene, però, a mancare quando se ne vanno.
Il modo migliore per avere successo, oggi, è accumulare successi ed errori e trarre esperienze formative da entrambi avendo la capacità di sistematizzare le esperienze acquisite per crescere nella standardizzazione.
Se una società vuole sopravvivere e prosperare nel lungo periodo, non può dipendere dalle decisioni o dai punti di forza di una o poche persone ma deve basarsi sulla coesione di un gruppo. |
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dario Enigmatico sorridente
Registrato: 27/11/07 16:30 Messaggi: 3701
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Inviato: Lun Giu 27, 2011 11:40 am Oggetto: |
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Buon giorno e buona settimana!
Mi trovo a rompere il "ghiaccio" (che caldo oggi!)...
Cosa ne penso?
Se la traduzione del concetto è precisa, non sono d'accordo sull'eccessivo pesa dato alla standardizzazione di "ogni" attività.
Specialmente in un contesto dinamico, dove la necessità di adattamento e di cambiamento è importantissima, standardizzare troppo crea freni e effetti più negativi che positivi.
OK? Un buon livello di standardizzazione, ma non troppo!
Per quanto invece riguarda il fatto di far affidamento su una persona perno, anche qui si dovrebbe distinguere. La microimpresa spesso vive solo appoggiandosi su una o pochissime persone chiave (volenti o nolenti).
Premetto che sarebbe opportuno anche nelle microimprese avere solide basi (sistemiche) per assicurare che anche se una persona chiave parte, l'organizzazione para il colpo, ma raramente è il caso. Il "leader" è quello attorno al quale gira l'impresa.
Altra e ultima considerazione: oggi parliamo moltissimo di "merge & acquisition". Inutile avere bellissimi impianti standardizzati e robusti se oggi o tra 5 minuti ci troviamo catapultati in un processo m&a (fagocitati o smembrati). |
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QualitiAmo - Stefania Moderatore

Registrato: 16/09/07 18:37 Messaggi: 26638
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Inviato: Lun Giu 27, 2011 2:12 pm Oggetto: |
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Grazie come sempre, Dario, per aver innescato la riflessione.
Sono abbastanza in linea con ciò che dici ma sposo anche le affermazioni di Suzuki.
La cosa non è antitetica perché per trarre il meglio dalle nostre conoscenze occorre sempre capire qual è la cosa giusta da fare e lo strumento migliore da applicare a seconda del nostro tipo di organizzazione, dell'ambiente in cui operiamo e della cultura dei nostri collaboratori.
L'uomo chiave può funzionare per la piccolissima impresa che, però, è destinata a durare solo se associata ad esso. Ma hai già detto tutto bene tu.
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dario Enigmatico sorridente
Registrato: 27/11/07 16:30 Messaggi: 3701
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Inviato: Lun Giu 27, 2011 2:18 pm Oggetto: |
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Ottimo!
Sappiamo che io innesco, un po’ esagerando, per tentare di attivare, di provocare reazioni critiche, sebbene a 30…35 gradi mi sa dormicchiano anche quelli più attivi (di neuroni)
Mi sa che devo cambiare avatar… o per provocare maggior interesse o per confondere un po’ il pubblico abituato alle solite palline della foca dormiente … (sono le foche nere che giocano con le palle, vero?) |
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2p71828 Qualità è precisione
Registrato: 31/10/08 17:43 Messaggi: 2750
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Inviato: Lun Giu 27, 2011 5:12 pm Oggetto: |
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secondo la mia modesta opinione si deve avere necessariamente un sistema ben standardizzato e normato.
La flessibilità per mlacune nelle istruzioni operative porta prima o poi a problemi e campagne di richiamo, mentre d'altra parte impedisce una correlazione causa effetto a posteriori in queato non si è certi di come l'operatore abbia agito in tale frangente.
E' tuttavia necessario che il sistema si adegui con prontezza ed efficacia ad esigenze nuove, ma ciò non è in contraddizione con la "normalizzazione".
Quello che serve è un sistema di qualità facilmente manutenibile ovvero strutturato e realizzato in modo che una modifica non comporti una settimana per redigere tutta la documentazione necessaria, un'altra settiamna per essere approvata ed una terza settimana per essere messa in pratica |
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Paoloruffatti Yoda
Registrato: 26/07/08 11:05 Messaggi: 4071
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Inviato: Lun Giu 27, 2011 5:12 pm Oggetto: |
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Dunque!,
ne avete dette di cose tutte giuste! ... io mi accodo.
Io vorrei soffermarmi sulle due considerazioni (mannaggia! non so come si fa a fare le belle citazioni che voi sapete fare con il riquadrino bianco)
Prima:[quote]
Uno dei motivi, probabilmente, è che molti obiettivi non possono essere raggiunti col solito modo di pensare e di agire, basandosi sulle nostre esperienze e sulle buone o cattive lezioni apprese.[unquote]
Questa considerazione meriterebbe un libro: in pratica dice che se ci mettiamo a pensare con i soliti metodi e con le solite esperienze (sia fallite che di successo) ci ridurremo a clonare cose vecchie e non raggiungeremo gli obiettivi. Quindi lui, quando parla di standardizzazione si tira la zappa sui piedi.
Probabilmente lui per standardizzazione intende stabilizzazione (che è molto diverso), non tanto, quindi, standardizzazione di prodotto e di processo, ma di organizzazione. Allora sono d'accordo con lui e quindi è naturale la seconda frase che volevo quotare.
Seconda:
[/quote]
La seconda ragione è che in quelle organizzazioni in cui la maggior parte delle decisioni sono state prese solo da una persona o da un piccolo gruppo di persone, sono loro che diventano un vero e proprio sistema o standard che viene, però, a mancare quando se ne vanno. [unquote]
Questa è la magagna enorme che affligge tutte le PMI, che va anche sotto il nome di "passaggio generazionale", che lui estende al "passaggio di gruppo dirigente".
In pratica dice di diffondere tra tutti la cultura dell'organizzazione.
La risposta chiara è nelle due ultime frasi dell'articolo.
L'unica aggiunta che io farei alla frase in neretto "sistematizzare le esperienze acquisite per crescere nella standardizzazione" è che bisogna non fidarsi troppo a lungo della sistematizzazione, ma tentare sempre strade nuove (la legge del "pensiero laterale" di De Bono) altrimenti chi si ferma è perduto! |
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Portello Qualfista

Registrato: 29/09/09 15:03 Messaggi: 1594 Residenza: Barcellona
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Inviato: Mar Giu 28, 2011 8:50 am Oggetto: |
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Sono d'accordo con il giapponese.
La standardizzazione non deve essere intesa come "appiattimento" delle modalità operative, anche perchè sarebbe l'esatto contrario di quanto voluto.
Secondo me deve essere intesa come "normazione".
Cioè come definizione di standard operativi che possono (devono?) essere via via migliorati ed adattati alle diverse situazioni.
La definizione ed il mantenimento degli standard permette anche la conservazione della conoscenza: "facciamo così perchè 2 anni fa abbiamo avuto questo problema e con questa soluzione lo abbiamo risolto".
Le conoscenze rimangono ai posteri anche quando chi ha creato se ne va.
Pensate se Mozart avesse scritto la sua musica senza seguire lo standard delle sette note ma con un suo stile non trasmissibile... |
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Paoloruffatti Yoda
Registrato: 26/07/08 11:05 Messaggi: 4071
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Inviato: Mar Giu 28, 2011 2:12 pm Oggetto: |
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Ciao Portello,
tu tocchi un ..... tasto a me caro: Mozart! ho la sua opra omnia e me la ascolto spesso.
Per stare nel tuo esempio musicale, però sottolineo che Mozart, pur rispettando il rigo musicale ci ha messo il suo "pensiero laterale" portando continuamente innovazione in un mondo "canonico" da chiesa, dal quale nessuno osava spostarsi per paura di andare in disgrazia di fronte ai potenti di allora. Senza questo suo genio la musica avrebbe continuato su tutto un altro piano.
E' così che per seguire la "standardizzazione" è la "consuetudine" (quella volta ci è andata bene così , perchè tentare una strada nuova?) le aziende invecchiano (prodotti e organizzazione) e muoiono.
Sperimentare, fare errori e imparare dagli errori va bene, ma attaccarsi alle soluzioni che vanno e lasciar perdere gli insuccessi è , secondo me, un altrettanto grossolano errore.
Cosa ne dici? |
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Portello Qualfista

Registrato: 29/09/09 15:03 Messaggi: 1594 Residenza: Barcellona
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Inviato: Mar Giu 28, 2011 3:02 pm Oggetto: |
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Ciao Paolo,
sperimentare soluzioni è una cosa bellissima. E' quello che mette sale nel nostro lavoro. Sono d'accordo che la sperimentazione sia inevitabile se si vuole migliorare: P - D - C - A!!
Si tratta di passare da uno standard a quello più evoluto.
Se si concepisce lo standard come la best practice valida fino a che non se ne trova un'altra io sono d'accordo.
L'esempio di Mozart è calzante, perchè pur usando un linguaggio musicale standardizzato ha rivoluzionato la musica (la sinfonia e il concerto per pianoforte e orchestra, così come li conosciamo noi, li dobbiamo a lui).
Ripeto, se questo è lo standard, viva lo standard!
Se lo standard è la ripetizione pedestre di quanto fatto in precedenza abbasso lo standard.
Quante volte abbiamo pensato di "normare" il lavoro del progettista e quante volte il progettista è caduto nell'equivoco della dicotomia tra standard e creatività?
Ricordo ancora che la prima lezione di gestione della produzione è stata su un progetto di innovazione di un processo produttivo. Alla fine del caso l'azienda entrò in crisi finanziaria per aver ecceduto nell'investimento di miglioramento e fu assorbita da un concorrente.
Morale: OCCHIO a farsi prendere dalla smania di cambiare tutto e alla svelta!
Oppure la parola STANDARDIZZAZIONE tratta da SUZUKI non è la giusta traduzione, ed allora stiamo disquisendo su altro.
P.S.
Mozart era un genio! |
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QualitiAmo - Stefania Moderatore

Registrato: 16/09/07 18:37 Messaggi: 26638
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Inviato: Mar Giu 28, 2011 3:32 pm Oggetto: |
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La parola inglese è "standardization".  |
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Portello Qualfista

Registrato: 29/09/09 15:03 Messaggi: 1594 Residenza: Barcellona
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