LE INTERVISTE DI QUALITIAMO: ATTILIO MARCHI

Inauguriamo una serie di interviste ai professionisti dei sistemi di gestione. Diamo il benvenuto al nostro collega Attilio Marchi


Le interviste di QualitiAmo: Attilio Marchi

Inauguriamo la nuova rubrica di interviste ai professionisti dei sistemi di gestione parlando con Attilio Marchi, responsabile IT, qualità e organizzazione, formatore e orientatore. Attilio è iscritto attualmente a un master di secondo livello in selezione, valutazione e sviluppo delle risorse umane presso l’Università di Padova.

Iniziamo!

D: Attilio, come si è evoluto nel tempo il suo modo di concepire i sistemi di gestione?

R: Tantissimo. Un tempo li vedevo come strumenti di controllo, oggi li vivo come organismi vivi, adattivi. La complessità crescente — sia nei processi che nelle tecnologie — e le aspettative sempre più sofisticate dei clienti, mi hanno spinto a riflettere molto. Oggi un sistema di gestione è un ecosistema che deve adattarsi, rispondere, anticipare ed essere vigile.

D: Qual è, secondo lei, l’indicatore più autentico dell’efficacia di un sistema di gestione?

R: La capacità di evolvere. Non si tratta solo di performance numeriche, ma di reazione intelligente ai cambiamenti: nuovi prodotti, nuove tecnologie, nuove richieste. Un sistema valido si riconosce quando, di fronte all’imprevisto, non si paralizza — ma rilancia.

D: C’è una pratica quotidiana che ha cambiato radicalmente l’impatto del sistema di gestione nella sua organizzazione?

R: Valorizzare le persone. Più della tecnologia, sono loro a saper leggere il contesto e ad adattarsi. Quando le metti al centro, il sistema diventa davvero resiliente. L’intelligenza adattiva delle persone è ancora la leva più potente che abbiamo.

D: Ha adottato metodi “fuori dagli schemi” con successo?

R: Ho puntato su un’arma silenziosa ma potentissima: la riflessione. Far ragionare le persone su come agiscono e perché lo fanno — e su come la cultura organizzativa incide — è un passo che cambia il mindset. E dove cambia il mindset, cambia tutto.

D: Se dovesse investire risorse limitate, dove lo farebbe per avere il massimo impatto?

R: Sempre sulle persone. In un’epoca dove si parla tanto di intelligenza artificiale, non dobbiamo dimenticare che l’intelligenza più sottovalutata resta quella umana. È il capitale umano a rendere sostenibile qualunque tecnologia. Se vuoi resilienza e visione, parti da lì.

D: C’è una tendenza nella gestione della qualità che la entusiasma particolarmente?

R: Sì: la visione integrata. Le funzioni aziendali non sono silos, ma pezzi interdipendenti di un unico puzzle. Lavorare in ottica di sistema significa non solo migliorare le performance, ma creare cultura condivisa e comunicazione interna. Senza quella, nessuna organizzazione cresce.

D: Secondo lei, quali competenze saranno decisive per i professionisti della qualità, dell’ambiente e della sicurezza nei prossimi cinque anni?

R: Coinvolgimento e motivazione. Senza questi due pilastri, qualunque sistema — anche il più avanzato — è destinato a fallire. Le persone non sono un elemento accessorio: sono il cuore pulsante di ogni cambiamento sostenibile.

Bene, grazie ad Attilio Marchi per la chiacchierata che ci ricorda che, anche nell’era dell’intelligenza artificiale e dell’automazione, a fare davvero la differenza sono ancora le persone. La vera innovazione non è solo tecnica, ma soprattutto umana.

Se lavorate nell'ambito dei sistemi di gestione e desiderate farvi conoscere dalla nostra community, scriveteci a contatti@qualitiamo.com Saremo lieti di valutare una chiacchierata insieme e di pubblicare l'intervista su QualitiAmo.
A presto!

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