LA ISO 9001:2026 E LA CATENA DI FORNITURA

Come cambieranno i requisiti relativi alla catena di fornitura nella ISO 9001:2026? Facciamo qualche ipotesi in base a quanto è trapelato sugli sviluppi della futura norma

Il miglioramento continuo è diverso dal problem solving

Come sapete tutti, la ISO 9001 è in fase di revisione e la prossima edizione, prevista indicativamente per settembre del 2026, potrebbe apportare diverse novità ai requisiti dei sistemi di gestione per la qualità.

Attualmente, è stato pubblicato il Committee Draft 2 (CD2) e, ad oggi, dalle tempistiche che sono state comunicate, sappiamo che il Draft International Standard (DIS) della norma sarà pubblicato alla fine del 2025 e che il Final Draft International Standard (FDIS) è atteso per maggio-giugno del 2026.

Uno dei focus principali dovrebbe essere, infatti, la catena di fornitura (supply chain), tema diventato fondamentale alla luce degli eventi globali come pandemie, carenze di materiali, interruzioni logistiche, ecc.

Da ciò che emerge dai lavori dell'ISO TC 176/SC2/WG29, sembra che la ISO 9001:2026 darà maggiore enfasi al coinvolgimento degli stakeholder e, dato che tra gli stakeholder troviamo anche i fornitori, probabilmente ci sarà una revisione dei requisiti che li riguardano, anche nell'ottica di un ripensamento del pensiero basato sul rischio che dovrebbe essere anch'esso oggetto di una revisione nella futura norma (ci dovrebbe essere un'enfasi maggiore sull'identificazione proattiva dei rischi, sulla loro mitigazione e sull'adattamento alla loro evoluzione). Se la ISO 9001:2015 ha introdotto requisiti generici per la gestione della catena di fornitura, l'attesa per la ISO 9001:2026 è che vengano introdotti requisiti che garantiscano una supply chain più robusta e in grado di adattarsi alle dinamiche globali. In particolare, è probabile un aggiornamento significativo del paragrafo 8.4 – Controllo dei processi, prodotti e servizi forniti dall'esterno, che nella versione del 2015 già richiedeva di gestire fornitori e partner esterni.

Le bozze preliminari che sono state discusse suggeriscono requisiti più espliciti per assicurare la qualità lungo tutta la catena di fornitura, come ad esempio:

  • una maggiore enfasi sulla valutazione e sul monitoraggio continuo dei fornitori più importanti, con criteri più stringenti per la qualifica, la riqualifica e la verifica delle performance
  • la nuova revisione della norma porrà quasi certamente una maggiore enfasi anche sulla costruzione di resilienza della supply chain. Questo potrebbe tradursi in requisiti per lo sviluppo di piani di continuità più sensati, strategie di approvvigionamento diversificate e meccanismi di risposta rapida davanti a eventuali interruzioni delle forniture. Ci potrebbe anche essere l'integrazione del rischio di fornitura nei processi di pianificazione della qualità. Ciò significa che l’organizzazione dovrà esplicitamente considerare e mitigare i rischi di interruzioni, ritardi o non conformità provenienti dalla propria supply chain. Inoltre, alle aziende potrebbe essere richiesto di identificare proattivamente i rischi legati ai fornitori (qualità dei materiali, affidabilità nelle consegne, oscillazione dei prezzi, ecc.) e di adottare le necessarie azioni preventive
  • le organizzazioni potrebbero anche essere chiamate a valutare e monitorare l'impatto ambientale dei propri fornitori, incoraggiando l'adozione di pratiche sostenibili lungo tutta la catena del valore

Gli esperti del settore qualità hanno iniziato da tempo a discutere delle possibili modifiche, offrendo spunti su come la ISO 9001:2026 potrebbe influenzare la gestione della supply chain. In particolare, tra gli argomenti più discussi, c'è il fatto che spesso la Qualità e gli Acquisti operano all'interno di silos. La futura ISO 9001 potrebbe incentivare un’integrazione più stretta, ad esempio richiedendo che gli obiettivi della qualità coinvolgano i fornitori chiave e che i processi di selezione/acquisto tengano conto delle prestazioni qualitative storiche dei fornitori. Si parla di promuovere un approccio collaborativo mediante audit di seconda parte più frequenti, programmi di crescita dei fornitori e condivisione di informazioni per il miglioramento continuo lungo la filiera.

Alcuni professionisti del settore suggeriscono anche che ISO 9001:2026 forse spingerà le aziende a monitorare meglio la performance dei fornitori tramite indicatori dedicati (es. tasso di difetti da fornitore, puntualità delle consegne, livello del servizio) anche se, attualmente, la norma richiede di valutare i fornitori ma non specifica mediante quali indicatori, quindi appare poco probabile.

Secondo altri esperti ancora che abbiamo seguito in questi mesi, un sistema di gestione della qualità moderno dovrebbe assicurare non solo la qualità finale del prodotto, ma anche che questa sia ottenuta in modo sostenibile ed etico lungo tutta la filiera​. Ci si aspetterebbe, quindi, che la ISO 9001:2026 incoraggi le aziende a considerare aspetti come la provenienza dei materiali, le condizioni di lavoro presso i fornitori e l’impronta ecologica dei processi di fornitura. Senza trasformare la ISO 9001 in uno standard che ha per tema la sostenibilità, la norma potrebbe richiamare l’attenzione su questi aspetti nel riesame del contesto e dei requisiti delle parti interessate relativi alla supply chain.

In ultimo, ci si aspetta un impatto delle nuove tecnologie sulla qualità e sulla supply chain. Gli strumenti per la tracciabilità digitale (es. blockchain per la filiera, sistemi informatici integrati tra cliente e fornitore, ecc.) stanno diventando sempre più comuni. La ISO 9001:2026 potrebbe menzionare l’uso di tali strumenti come modalità efficace per garantire il controllo sui fornitori e la trasparenza dei flussi di materiali.

Implicazioni pratiche per le aziende

Dal punto di vista operativo, le aziende certificate ISO 9001 che vogliano prepararsi con anticipo per recepire eventuali nuovi requisiti relativi alla supply chain devono capire cosa significa in pratica tutto questo e se, indipendentemente dal fatto che i nuovi requisiti vengano effettivamente inseriti o meno nella ISO 9001:2026, abbia senso portare a un livello successivo i propri processi di gestione della catena di fornitura.

Prima di tutto sarà fondamentale che ogni organizzazione mappi in modo completo la propria supply chain, identificando tutti i fornitori chiave, i fornitori di secondo livello e le potenziali fonti di rischio. Si potrebbero anche riesaminare le metodologie di qualifica e rating dei fornitori, confrontandole con le best practice del settore.

Un altro punto a cui prestare attenzione è il rafforzamento de controlli e delle relazioni con i fornitori con audit più frequenti, una definizione condivisa di Service Level Agreement, programmi di sviluppo delle competenze e di co-engineering.

Voi come vi state muovendo al riguardo? Avete inziiato a fare qualcosa?

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