RSPP E MEDICO COMPETENTE: COLLABORARE AL MEGLIO

Il lavoro dell'RSPP e del medico competente è fondamentale per la salute dei lavoratori ma le due professionalità possono trovare alcuni ostacoli a una collaborazione davvero efficace. Vediamo come superarli nell'ottica dell'obiettivo comune che è la tutela dei lavoratori

Collaborazione tra l'RSPP e il medico competente secondo il D.Lgs. 81/2008

"Chi non ha tempo per la salute dovrà trovare tempo per la malattia"
Proverbio")

La collaborazione tra il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) e il Medico competente rappresenta uno degli assi portanti dell'intero sistema di prevenzione aziendale. Questa collaborazione, formalmente inquadrata dal D.Lgs. 81/2008, costituisce un elemento determinante per l'efficacia delle strategie di tutela della salute e sicurezza e per lo sviluppo di una prevenzione realmente integrata.

Nonostante l'obiettivo comune – la tutela della salute dei lavoratori – questa relazione presenta caratteristiche strutturali che possono generare alcuni disallineamenti:

  • prospettive disciplinari diverse: l'RSPP è facile che abbia un approccio ingegneristico-tecnico, mentre il medico ha un approccio di tipo sanitario
  • priorità differenti: l'RSPP si focalizza sui rischi infortunistici mentre il medico ha come focus soprattutto i rischi per la salute a lungo termine
  • metodologie valutative distinte: abbiamo una valutazione tecnico-strumentale contro una valutazione clinico-epidemiologica
  • modelli temporali diversi: l'RSPP pensa alla prevenzione immediata mentre il medico ha a cuore una sorveglianza a più lungo respiro
  • vincoli professionali specifici: abbiamo una responsabilità tecnica contrapposta a una deontologia medica accompagnata dal segreto professionale
Collaborazione tra l'RSPP e il medico competente

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In questo contesto di potenziale disallineamento, un approccio di tipo negoziale offre strumenti molto efficaci per costruire una collaborazione sinergica e facilitare l'integrazione di competenze complementari, essenziale per un sistema di prevenzione realmente efficace.

Per favorire la collaborazione, si possono strutturare dei momenti dedicati come, ad esempio:

  • sopralluoghi congiunti: trasformati da adempimenti in opportunità di valutazione multidisciplinare
  • analisi integrata dei dati: sessioni periodiche di confronto sui trend sanitari e tecnici
  • debriefing post-criticità: analisi congiunta strutturata di eventi significativi
  • lavori di gruppo tematici: gruppi di lavoro dedicati alle problematiche emergenti o particolarmente complesse

Quello che si dovrà cercare di fare insieme è comprendere i fondamenti delle due discipline e strutturare una formazione reciproca, sviluppare una capacità di comprensione e valutazione multidimensionale del rischio e imparare a integrare approcci valutativi differenti.

Competenza Descrizione Modalità
Studio delle 2 discipline Comprensione dei fondamenti della disciplina complementare Formazione reciproca strutturata
Analisi dei rischi estesa Capacità di valutazione multidimensionale del rischio Case study e simulazioni congiunte
Ponti metodologici Abilità di integrare approcci valutativi diversi Sviluppo congiunto di protocolli
Comunicazione tra le due discipline Capacità di tradurre concetti specialistici Esercitazioni mirate dal punto di vista comunicativo

Un esempio pratico: interpretazione dei dati del monitoraggio ambientale

Ipotizziamo che campagna di monitoraggio degli inquinanti aerodispersi abbia evidenziato valori all'interno dei limiti normativi ma con un trend in crescita rispetto alle rilevazioni precedenti. L'RSPP ritiene che la situazione sia sotto controllo mentre il medico competente esprime preoccupazione per gli effetti a lungo termine, specialmente su lavoratori con patologie respiratorie preesistenti.

Se l'RSPP si approcciasse in modo tradizionale al problema, potrebbe avviare la discussione con il medico in questo modo: "I valori rilevati sono conformi ai limiti previsti dal D.Lgs. 81/2008. Il sistema di aspirazione è stato recentemente potenziato e i trend in leggero aumento rientrano nella normale variabilità statistica delle rilevazioni".

Approcciandosi, invece, in un'ottica di collaborazione e negoziazione, potrebbe dire: "Riconosco l'importanza di considerare non solo la conformità ma anche le tendenze a lungo termine e la variabilità individuale della suscettibilità. Quali aspetti specifici dei dati di monitoraggio ritiene più significativi dal punto di vista della potenziale ricaduta sanitaria a lungo termine?Come potremmo integrare i dati del monitoraggio ambientale con le evidenze della sorveglianza sanitaria per una valutazione più completa del rischio effettivo?"

Nello sviluppo della discussione, potrebbe andare avanti in questo modo: "Quali ulteriori parametri di monitoraggio potrebbero essere utili per caratterizzare meglio il rischio, specialmente per i lavoratori con condizioni fisiche particolari?"

Questo approccio:

  • supera la dicotomia conformità/non conformità per esplorare la dimensione preventiva
  • valorizza l'integrazione tra i dati ambientali e i riscontri sanitari
  • apre alla possibilità di stratificazione del rischio per sottopopolazioni specifiche
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