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Biologico: le regole

 
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Autore Messaggio
QualitiAmo - Alberto
Moderatore


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MessaggioInviato: Mar Gen 03, 2012 11:14 am    Oggetto: Biologico: le regole Rispondi citando

Per chi fosse interessato alla certificazione del biologico, vi riporto uno stralcio pubblicato recentemente sulla rivista "Il Salvagente".

"Per i prodotti biologici la normativa nell'Unione europea prevede uno specifico sistema di controllo e certificazione, costituito da autorità pubbliche o da organismi di certificazione privati ma autorizzati da un'autorità pubblica competente che varia a seconda del paese.

In Italia, l'autorità preposta al controllo e al coordinamento delle attività di controllo è il ministero delle Politiche agricole e forestali.
Gli organismi di certificazione (Odc) e controllo sono accreditati (a richiesta) dal ministero attraverso Accredia che valuta competenza tecnica e idoneità professionale degli operatori.

A loro volta, per entrare nel settore bio, produttori e trasformatori devono rispettare le norme tecniche contenute nel regolamento comunitario 834/2007 e far certificare (e controllare) la propria azienda da uno dei 15 Odc attualmente autorizzati in Italia.
Dopo un primo controllo di verifica delle condizioni di produzione, spetta alla Regione del territorio d'origine dell'azienda iscriverla nell'elenco regionale degli operatori bio."


(...)
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Simo*
Apprendista forumista


Registrato: 05/08/11 16:25
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MessaggioInviato: Mer Gen 04, 2012 8:41 pm    Oggetto: Rispondi citando

Grazie Alberto!
Interessante il settore del BIO...ho implementato la certificazione BIO come "produttore" presso un'azienda dove ho lavorato per qualche anno...però, se devo dire la verità, mi lasciano un po' perplessi i pochi controlli e sommari da parte dell'OdC.
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QualitiAmo - Stefania
Moderatore


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MessaggioInviato: Gio Apr 11, 2013 8:02 am    Oggetto: Rispondi citando

Prodotti "bio" contraffatti - Maxisequestro, 1500 tonnellate.
L'articolo è tratto da: "la Repubblica".

uhmmmmm disgustato-01
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Andrea1
Amico/a di QualitiAmo


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MessaggioInviato: Gio Apr 11, 2013 9:23 am    Oggetto: Rispondi citando

Argomento delicato.
Purtroppo il tema dell’agricoltura biologica sta sempre più diventando un business. Dalla mia picolissima esperienza ho smesso di distinguere dal carrello della spesa tra bio e convenzionale.
La mia speranza è che l’unica distinzione sia tra un’agricoltura fatta bene o fatta male e non tra agricoltura biologica e convenzionale, poiché non basta un bollino a dare garanzie.
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QualitiAmo - Stefania
Moderatore


Registrato: 16/09/07 18:37
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MessaggioInviato: Gio Apr 11, 2013 9:48 am    Oggetto: Rispondi citando

Andrea1 ha scritto:
La mia speranza è che l’unica distinzione sia tra un’agricoltura fatta bene o fatta male e non tra agricoltura biologica e convenzionale, poiché non basta un bollino a dare garanzie.


Però dovrebbe bastare, altrimenti si chiama truffa. O no?
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Andrea1
Amico/a di QualitiAmo


Registrato: 21/09/10 09:58
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MessaggioInviato: Gio Apr 11, 2013 10:09 am    Oggetto: Rispondi citando

Ed è quello che purtroppo, anche solo saltuariamente, succede.
Io ho sostenuto audit da parte di enti certificatori che non hanno nulla a che vedere con il concetto di audit. Chiaro che sicuramente questi enti sono una minoranza e che la maggioranza sono impeccabili, ma il concetto che mi preme esporre, è che a me non interessa nulla nel distinguere un prodotto tra biologico e convenzionale per 2 motivi prevalenti:
1. Tutti i recenti studi sui residui di antiparassitari e fitofarmaci dimostrano che non ci sono distinzioni significative tra le due modalità di coltivazione;
2. Non è vero che in agricoltura biologica non si usano prodotti per il trattamento delle colture, ma sono ammessi dei prodotti che anche se sono considerati naturali, sinceramente li eviterei (mi viene in mente il rotenone – anche se sta andando in disuso e il solfato di rame). Poi sulla distinzione tra prodotti naturali e di sintesi, personalmente io ci sorrido sempre su…
Quando vado al supermercato non vorrei trovare un prodotto con il bollino dedicato all’agricoltura biologica, ma vorrei avere la certezza (irrealizzabile, me ne rendo conto), che l’ortaggio o il prodotto biologico che acquisto sia stato prodotto da un imprenditore agricolo e non da un semplice imprenditore.
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#34
Veg-Quality


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Residenza: Sotto al Monte Grappa

MessaggioInviato: Gio Apr 11, 2013 10:13 am    Oggetto: Rispondi citando

QualitiAmo - Stefania ha scritto:
Andrea1 ha scritto:
La mia speranza è che l’unica distinzione sia tra un’agricoltura fatta bene o fatta male e non tra agricoltura biologica e convenzionale, poiché non basta un bollino a dare garanzie.


Però dovrebbe bastare, altrimenti si chiama truffa. O no?


Infatti, ma noi italiani vediamo la truffa come fosse cosa normale e parte del sistema....
La maggior parte delle persone con cui parlo non crede nel bio, ma solo perché se fossero loro gli agricoltori sarebbero i primi a truffare.
Le leggi ci sono, vanno applicate, chi sgarra verrà punito, punto.
Che poi tra un prodotto bio non al 100% bio e un prodotto industriale non bio i scelgo sempre il bio, senza dubbio.

Ad Andrea1 invece dico che la distinzione tra fatto "bene" o "male" è al giorno d'oggi pura utopia, anzi se sapessimo come sono fatte la maggior parte dei prodotti che acquistiamo (non io) nei punti di grande distribuzione credo non li acquisteremo più !
Pensiamo che al momento non sappiamo nemmeno quanti ogm mangiamo e dove li mangiamo, dato che non esiste l'obbligo di inserire l'indicazione in etichetta (non so siete al corrente di cosa voglia dire mangiare prodotti OGM....)
Le truffe nel mondo alimentare sono una costante tanto vale tutelarsi il più possibile con i marchi e leggi del caso.

Alla fine il discorso è sempre lo stesso, il controllo ! Dobbiamo essere controllabili, monitorabili, sempre, quando mangiamo, quando ci ammaliamo quando ci spostiamo, dobbiamo sempre dipendere da "loro".
La sovranità non è solo economica ma alimentare, chi fa da se al giorno d'oggi è una mina vagante per il sistema.

Ps. Acquisto prevalentemente bio quello non bio è a km 0, produzione locale, biologica, biodinamica, o convenzionale (ma conosco i metodi, le persone, a volte raccogliamo i frutti della terra insieme !)
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#34
Veg-Quality


Registrato: 20/12/11 16:09
Messaggi: 4064
Residenza: Sotto al Monte Grappa

MessaggioInviato: Gio Apr 11, 2013 10:17 am    Oggetto: Rispondi citando

Andrea1 ha scritto:
Ed è quello che purtroppo, anche solo saltuariamente, succede.
Io ho sostenuto audit da parte di enti certificatori che non hanno nulla a che vedere con il concetto di audit. Chiaro che sicuramente questi enti sono una minoranza e che la maggioranza sono impeccabili, ma il concetto che mi preme esporre, è che a me non interessa nulla nel distinguere un prodotto tra biologico e convenzionale per 2 motivi prevalenti:
1. Tutti i recenti studi sui residui di antiparassitari e fitofarmaci dimostrano che non ci sono distinzioni significative tra le due modalità di coltivazione;
2. Non è vero che in agricoltura biologica non si usano prodotti per il trattamento delle colture, ma sono ammessi dei prodotti che anche se sono considerati naturali, sinceramente li eviterei (mi viene in mente il rotenone – anche se sta andando in disuso e il solfato di rame). Poi sulla distinzione tra prodotti naturali e di sintesi, personalmente io ci sorrido sempre su…
Quando vado al supermercato non vorrei trovare un prodotto con il bollino dedicato all’agricoltura biologica, ma vorrei avere la certezza (irrealizzabile, me ne rendo conto), che l’ortaggio o il prodotto biologico che acquisto sia stato prodotto da un imprenditore agricolo e non da un semplice imprenditore.


1. Cioè il frutto coltivato bio "vero" ha gli stessi residui nocivi di quelli coltivati con l'agricoltura intensiva ?? Hai qualche fonte a riguardo, sono proprio curioso....
2. Certi prodotti sono consentiti certo, pensa cosa usano gli altri non bio.
Sull'ultima parte sono d'accordo, peccato sia impossibile.


L'ultima modifica di #34 il Gio Apr 11, 2013 10:26 am, modificato 2 volte
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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Gio Apr 11, 2013 10:18 am    Oggetto: Rispondi citando

Andrea1 ha scritto:
1. Tutti i recenti studi sui residui di antiparassitari e fitofarmaci dimostrano che non ci sono distinzioni significative tra le due modalità di coltivazione;


Mah, non direi.

Mi pare che alcuni degli studi fatti dimostrino semplicemente come che le sostanze nutritive siano assimilabili ma non dicano che lo siano anche le quantità di antiparassitari.

Poi, certamente, se la serietà di chi certifica è quella tipica di moltissime strutture di controllo italiane allora sono d'accordo con te ma, insisto, si tratta di truffa, di raggiro del consumatore e non deve essere avallata come prassi.
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Andrea1
Amico/a di QualitiAmo


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MessaggioInviato: Gio Apr 11, 2013 2:07 pm    Oggetto: Rispondi citando

Vorrei sfatare un mito comune. La produzione biologica è regolamentata in Europa dal reg. 834/2007 che disciplina il metodo di produzione (si certifica il metodo e non il prodotto). Questo metodo di produzione, vieta alcuni prodotti, né autorizza altri o prevede delle deroghe in casi eccezionali. È assodato che chi applica il metodo biologico abbia meno armi per combattere infestazioni o patologie alle proprie colture proprio perché utilizza meno prodotti; tuttavia aquesto non implica che non si possono trovare dei residui nel prodotto finito. Nel regolamento non c’è nulla che obblighi gli alimenti ad avere particolari caratteristiche o limiti più ristrettivi proprio perché si certifica il metodo e non il prodotto. A questa situazione decisamente anomala ha dato una risposta, seppur parziale, il Ministero della Politiche Agricole e Forestali con il decreto 20804 del 23/12/2010 che distingue due casi:
1. Per i prodotti amessi nell’agricoltura biologica valgono gli stessi limiti di quella convenzionale;
2. Per gli altri è ammessa una tolleranza dovuta a seguito di contaminazioni accidentali non prevedibili fissando una soglia di 0.01 mg/kg salvo che non esistano limiti più restrittivi nei prodotti convenzionali.
È chiaro che in un alimento di origine biologica mi aspetto di trovare meno residui rispetto ad uno convenzionale; ma non è così scontato per quanto appena detto.
Una pubblicazione interessante (anche se del 2009) è il rapporto dell’EFSA relativo al monitoraggio del 2007 e possibile trovarlo a questo link http://www.efsa.europa.eu/en/efsajournal/doc/305r.pdf
(esistono anche quelli degli anni più recenti - mi sembra fino al 2010) dove emerge che per i prodotti convenzionali il 96.01 % dei prodotti sono risultati conformi mentre il 3.99 % supera i limiti ammessi. Tale percentuale si riduce drasticamente nel baby food allo 0.6%. Nel caso del bio i prodotti conformi sono risultati conformi il 98.76% dei prodotti mentre solo il 1.24% è risultato fuorilegge.
Esiste anche un’altra pubblicazione simile, ma non ricordo i riferimenti esatti, comunque credo basti guardare in un motore di ricerca digitando International centre for pesticedes and health risk prevention (un’istituto di eccelenza italiano) per trovare un po’ di materiale
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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Gio Apr 11, 2013 2:19 pm    Oggetto: Rispondi citando

Grazie per le info e il link, Andrea, approfondirò sicuramente. Smile

Nel frattempo, speriamo che i controlli si facciano sempre più stringenti perché almeno il settore alimentare dovremmo davvero essere in grado di garantirlo.
Come consumatrice vorrei decidere io cosa mettermi nel piatto. Comprare biologico (seppure con tutti i limiti da te citati) e ritrovarmi un cibo ricavato con metodi tradizionali mi fa decisamente arrabbiare.
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Andrea1
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MessaggioInviato: Gio Apr 11, 2013 2:30 pm    Oggetto: Rispondi citando

QualitiAmo - Stefania ha scritto:
Grazie per le info e il link, Andrea, approfondirò sicuramente. Smile

Nel frattempo, speriamo che i controlli si facciano sempre più stringenti perché almeno il settore alimentare dovremmo davvero essere in grado di garantirlo.
Come consumatrice vorrei decidere io cosa mettermi nel piatto. Comprare biologico (seppure con tutti i limiti da te citati) e ritrovarmi un cibo ricavato con metodi tradizionali mi fa decisamente arrabbiare.


Quoto tutto al 100%.
Se voglio acquistare un prodotto bio e per questo sono disposto a pagare di più devo avere la certezza che corrisponde ad un prodotto che segui il suo disciplinare di produzione.
Poi si può discutere se ne vale la pena o no, ma la libera scelta del consumatore deve venir rispettata.
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MessaggioInviato: Gio Apr 11, 2013 3:56 pm    Oggetto: Rispondi citando

Anche io che mangio tutto biologico , anzi fidandomi poco delle certificazioni italiane, la verdura la carne ed i formaggi (in montagna) li vado ad acquistare dai contadini (a Km zero).

Devo dire anche che in Inghilterra il biologico NON COSTA il 30-40% in più.
lì l'organic costa come il "velenoso".
Ovviamente qui , nella terra dei marpioni, vista la redditività abnorme , il biologico è assalito da mafia e sporcaccioni: l'unica merce che in questo disgraziato paese non manca affatto.

Del resto la cultura del latrocinio e della truffa dura ormai in modo così esteso da almeno 20-25 anni e la cui diffusione si è incentivata con l'esempio del parlamento che un po' alla volta è stato trasformato un "distillato" di truffatori, dato che, grazie anche al porcellum, chi comanda si sceglie i collaboratori e li fa eleggere (per difendersi dai cento processi basta prendere i propri avvocati e nominarli senatori, cos' sono passati a spese del contribuente.

Caligola ai tempi dei romani aveva fatto senatore il suo cavallo; oggi abbiamo migliorato, le senatrici sono le "cavalline" del dittatore di turno.
Ciao
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