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Modelli da non imitare: il paradosso della felicità
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Simo
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MessaggioInviato: Lun Mag 26, 2008 9:38 am    Oggetto: Modelli da non imitare: il paradosso della felicità Rispondi citando

Ho trovato questo articolo di Eco blog estremamente interessante e voglio condividerlo con tutti voi.

Stefano Bartolini, al convegno su PIL e BIL (Prodotto o Benessere Interno Lordo) che si è svolto l’altro ieri a Terra Futura, ha raccontato di come negli USA economisti e sociologi si siano chiesti come mai ad aumento del reddito negli ultimi 30 anni non è corrisposto un aumento della percentuale di popolazione che si ritiene felice. Questo è il famoso paradosso della felicità statunitense.

Si è visto che l’aumento del reddito ha un effetto positivo sul benessere, che viene però compensato dal declino dei beni relazionali. Paura, instabilità familiare, fratture generazionali, minor solidarietà e onestà percepita nel prossimo… questi i sentimenti sempre più diffusi tra la popolazione. A questo malessere si sommano il declino della fiducia nelle istituzioni (sono in crisi tutte le principali istituzioni economiche, politiche, religiose… escluse le forze armate fino al 2004). L’ultimo fattore che impedisce di godere dell’aumento del reddito sono i paragoni sociali: se il reddito aumenta per tutti, allora non sarà mai abbastanza per superare i propri vicini di casa.

Negli ultimi 30 anni gli statunitensi hanno aumentato il numero di ore settimanali di lavoro (che in Europa sono diminuite) e contemporaneamente il loro reddito pro capite ha avuto un grande incremento. Perché gli americani si dannano a lavorare sempre di più e sono sempre più infelici? Una delle ipotesi per spiegare quanto osservato è che gli statunitensi si buttino nel lavoro per mancanza di relazioni soddisfacenti e che sia proprio il tempo dedicato al lavoro ad impedire loro di coltivare relazioni soddisfacenti, in un circolo vizioso.

Luca De Biase, sempre nello stesso convegno sul PIL di cui parlavamo ieri, rifletteva su come il successo nelle relazioni umane conti molto per la soddisfazione nella vita, e quando si parla di aumentare le ore di lavoro per far salire il PIL non si tiene conto della distruzione di questo bene “fuori mercato”. In conclusione, inseguire il PIL ci porterebbe ad aggravare l’abuso delle risorse naturali a cui assistiamo già oggi, senza tradursi in una migliore qualità della vita e soddisfazione personale. Non si è riusciti a passare dal ben-avere al ben-essere, quindi, forse, è il caso di domandarsi quali modelli di sviluppo sia saggio inseguire prima di accorgersi troppo tardi di essersi condannati con le proprie mani.
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MessaggioInviato: Mer Lug 09, 2008 3:55 pm    Oggetto: Rispondi citando

che bello confrontarsi con questo tipo di problematiche. solo per divertirsi un pò si potrebbe entrare nel merito degli argomenti, ma prima è legittimo domandarsi come venga misurato il BIL. cos'è?quanli fattori lo determinano?come lo misuriamo? il dibattito tra qualitativo e quantitativo non è in via di conclusione, ma, (qui c'è un salto mortale) sulla statistica e modelli matematici di previsioni di crescita si basa buona parte della vita pubblica di tutti noi. secondo aspetto: gli americani risulterebbero più infelici degli americani di 30 ani fa. seconda domanda : anche fossimo in grado oggi di rilevare una media di felicità diffusa (?), come potremmo pensare di ricavare questo stesso indice per gli americani di 30 anni fa e attualizzare il confronto? il concetto ampio di felicità o di gererico benessere è un'asticella che da se si posiziona sempre più in alto. non è pensabile una condizione di felicità diffusa e costante (tanto è sempre per ridere). per finire le ricerche nelle scienze umane (tendenziali) si basano essenzialmente su 2 elementi osservazione e intervista. ambedue non oggettive. in questo caso si è fatto ricorso all'intervista ad un campione rappresentativo (voglio sperare) ma tutto si basa dal tipo di domanda posta. un questionario che chiama in causa la felicità non può non pagare il prezzo di un peccato originale, un vizio iniziale legato all'intervistatore.se voglio mettere in discussione un modello di sviluppo domanderò se "si stava meglio quando si stava peggio, se era meglio quando qui era tutta campagna, se l'uovo fresco del contadino non è meglio di quelli industriali e via cantando" non starò certo a domandare se sono contento che negli ultimi 30 anni l'aspettativa di vita media si è alzata - che ne so - di 12 anni.gli americani vivono come più ritengono opportuno, come più sono appagati e parliamo di un paese che - unico al mondo mi sembra - ha il diritto alla felicità scritto in costituzione! l'importante è che noi italiani, europei, saremo in grado di ritrovare noi stessi una nostra way of life, smettendo di scimiottare quello che è pur sempre un grande paese.

precisazione tecnica: tutto quanto scritto non è stato meditato, ma scritto d'impulso, al solo ed unico scopo di divertirmi, quindi sono certo che ogni argomento può essere facilmente confutato!!!

saluti
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dario
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MessaggioInviato: Gio Lug 10, 2008 9:54 pm    Oggetto: Rispondi citando

marco, conosci americani veri?
ma sai quali sono i valori dell'americano medio?
sai quale è lo stato della famiglia americana media?
quel 30% di aumento del pil è stato miseramente compensato da un degrado sociale, di situazione sanitaria, di povertà intellettuale da far rabbrividire...
e noi imbecilli a copiare alla grande sto sistema in crisi di identità cultiurale da far paura...
e i risultatili stiamo pian piano misurando...
ahi ahi ahi...
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MessaggioInviato: Ven Lug 11, 2008 9:43 am    Oggetto: Rispondi citando

ciao dario, qualche tempo fa ho vissuto nel connecticut per 4 mesi e la mia esperienza personale è che questa enorme crisi umana e sociale sia più raccontata che reale. è ovvio, se tu ti stai riferendo alle classi sociali più svantaggiate, agli ultimi flussi migratori hai perfettamente ragione: gli ultimi arrivati in america non se la passano bene. però. i però a mio avviso sono 2:
1. se tu domandi ad un 20enne qualsiasi, asiatico, africano o del sud america dove preferirebbe vivere tra usa ed ue, ti risponderà usa..un motivo ci sarà!
2. il secondo però è legato al primo. gli stati uniti, inutile dirlo, sono il prodotto di un immenso miscuglio - melting pot? - l'immigrato per loro ha un grande valore. se è vero che la prima generazione di immigrati paga il prezzo, la seconda è già integrata e la terza è classe dirigente. in 20 anni passi da lavapiatti ad analista finanziario. l'informatica della silicon valley è a capitale economico statunitense (con i debiti internazionali) ma a capitale umano indiano, indiscussi leaders.

io penso che gli stati uniti siano l'unica superpotenza rimasta per un motivo di fondo: sanno valorizzare le proprie risorse. l'immigrato sa per certo che con la costanza e la determinazione raggiungerà i suoi obiettivi.
inoltre il sistema è rigidamente meritocratico, anche per quanto riguarda l'accesso ai differenti percorsi formativi, è tutto impostato sul credito. ora confesso di non essermi mai informato su come accedere a yale, ma non credo di sbagliarmi se dico: presenti una domanda, viene vagliata da una commissione che valuta esclusivamente i tuoi voti, ovvero il tuo merito scolastico. a quel punto ti accettano. la retta costerà sui 75.000 dollari l'anno. bene. tu figlio di lavapiatti cingalese/americano PUOI laurearti a yale, contrai un debito con una banca la quale è certa che tu sarai in grado di ripagarlo nei primi 6 anni successivi alla laurea, perchè uscito da yale tu sei nel gota del pianeta, tu sei classe dirigente del pianeta!!!! fallo in italia dove l'università è un parcheggio mentre le famiglie finanziano questo stato di disoccupazione semi inconsapevole.

qui si potrebbe parlare per ore sul modello americano, poche tasse, carcere duro per gli evasori, assoluta certezza della pena, valorizzazione e stimolo ad ogni forma di imprenditoria...poi c'è tutto il resto, corporations con fatturati più alti di molti paesi, lobby, l'economia che orienta apertamente la politica....ma è anche il paese dei diritti civili...insomma...io non dico che sia il migliore dei mondi possibili, ma non lo penso nemmeno per l'unione europea.

e guarda che tutte queste lcose e sta scrivendo un ragazzo al quale da fastidio non poco, essere un colono degli stati uniti, perchè sono certo che anche tu lo sai: noi, italia in modo particolare, siamo una piccola colonia periferica dell'impero.

ricetta semplice: meritocrazia ed uno stato che si occupi di 3 cose: sanità, sicurezza e formazione (in questi settori il privato e la logica d'impresa non devono entrare) pochi gestori che ciclicamente vengono sottoposti a verifica democratica. il resto viene da se.

l'ultima cosa che voglio segnalarti sono le primarie appena finite: 2 candidati democratici obama barak ed hillary clinton, a tutti gli effetti 2 minoranze che emergono, e personalmente credo anche che obama abbia tutte le carte in regola per vincere.

è un indicatore di efficienza del sistema oppure no?

grazie dario erano circa 5 anni (da quando ho smesso di essere un politologo in erba e mi sono trasformato in imprenditore della consulenza) che non scrivevo più qualòcosa del genere.

saluti
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dario
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MessaggioInviato: Sab Lug 12, 2008 9:00 pm    Oggetto: Rispondi citando

marco, grazie!
mi fa piacere leggere una bella critica positiva, senza polemiche, senza troppi slogan.
Io sono troppo ignorante per tentare di fare il politologo.
Hai ragione, mi riferivo alle classi che non hanno modo di avere un'assicurazione malattia o infortunio, mi riferivo alle migliaia di americani semplici che ora stanno acquistando manuali di agricoltura, di apicoltura, di allevamento, stanno investendo qualche dollaro per comprare pale e rastrelli perché la vita costa troppo e ritornano umilmente a coltivare per risparmiare...
grandioso trovo!
da noi piangiamo e insultiamo lo stato ladro, ma di coltivare la terra nisba...
l'imprenditorialità da noi è una rara virtù...
in usa invece con 1000 dollari provano provano e riprovano... e spesso funziona.
hai ragione su molte cose, ma se per il giovane forte intelligente sono aperte molte strade, appena passi i 50 sei un poveraccio... si, un po' come da noi...
immigrati... mah, forse dove eri tu in connecticut...
in california si spara sul messicano...
e se non si spara lo si usa in nero...
sono davvero casi sporadici da guiness o da trasmissione televisiva i casi di successo dal nulla...
75000 USD per la retta? un po' come i 5000 EU che un senegalese paga per attraversare fino a lampedusa il mare... e se ci riesce altri 20 crepano... e se ci riesce poi uno su 100 farà davvero fortuna...
fortuna come?
mah...
permettimi di rimanere disilluso...
bella la tua risposta, grazie marco... l'ho riletta due volte. non fa una grinza. condivido quasi tutto.
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MessaggioInviato: Lun Lug 14, 2008 8:49 am    Oggetto: Rispondi citando

Ricordo uno dei miei professori che diceva sempre "In America tutti hanno una possibilità...basta che non siano neri" Wink

Scherzi a parte vedremo come andranno le elezioni. Se Obama dovesse riuscire davvero nell'impresa sarebbe un momento storico per gli USA.

Bella discussione, ragazzi, complimenti!
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dario
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MessaggioInviato: Lun Lug 14, 2008 10:02 am    Oggetto: Rispondi citando

tesoro di micio micio, grazie per il contributo...
io sono molto scettico sulle rivoluzioni "storiche" trascinate da elezioni di presidenti... sia in USA, sia in Italia, sia in Germania, sia in Zimbawe...
Wink
Le rivoluzioni purtroppo le hanno fatte solo i colpi di stato...
Le elezioni "democratiche" contribuiscono di regola, se abbastanza democratiche, a dei piccoli cambiamenti... mi allaccio al darwinismo o meglio, nel nostro contesto, al kaizen... miglioramento continuo a piccoli passi discreti e non appunto alle rivoluzioni tipo "change managemet" in seguito a processi M&A (merges and aquisitions) di quelli pesanti... Rolling Eyes
Bello comunque confrontarsi sempre civilmente su questi temi politici di fondo...
Very Happy
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MessaggioInviato: Lun Lug 14, 2008 3:05 pm    Oggetto: Rispondi citando

Sicuro che sia Kaizen se Obama viene eletto?

Ok, parliamo sempre di delicati equilibri economici, ecc. ecc. non sono così ingenua da credere alla favola del primo uomo di colore eletto presidente perché la maggioranza degli americani ha deciso di cambiare finalmente il proprio modo di pensare ma sarebbe comunque una piccola rivoluzione no?

Appuntamento a novembre su questi schermi. Io rimango dubbiosa ma sono pronta a festeggiare...
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bull
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MessaggioInviato: Lun Lug 14, 2008 6:09 pm    Oggetto: Rispondi citando

"...gli americani vivono come più ritengono opportuno, come più sono appagati e parliamo di un paese che - unico al mondo mi sembra - ha il diritto alla felicità scritto in costituzione!..."

scusa marco ma dubito fortemente che gran parte degli americani viva come più ritiene opportuno o appagante e se parliamo di costituzione noi sulla nostra portiamo scritto che l'italia è una repubblica fondata sul lavoro, che ripudia la guerra e che tutti sono uguali...devo continuare?
non parliamo di costituzione proprio in questi giorni per favore Wink

negli usa si muore senza assicurazione sanitaria, non dimentichiamolo e c'è gente che per curarsi si è venduta la casa andando sul lastrico. altro che diritto alla felicità! qui si parla di bisogni primari e possiamo tirare in ballo maslow.
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MessaggioInviato: Mar Lug 15, 2008 10:08 am    Oggetto: Rispondi citando

bello vedere una discussione su questi temi mentre quella che mi interessava direttamente rimane bloccata..tant'è! io non mi considero uno strenuo difensore degli usa, l'ho già detto e lo ribadisco con forza, siamo tutti coloni e tifare anche per chi comanda sarebbe da cretini. rimane un dato: quel modello a mio avviso offre molte più occasioni del nostro. parlo in astratto, non mi riferisco a me, a giulia a federico etc etc, sono sempre discussioni impersonali. questo è il punto di avvio di ogni mia riflessione sugli stati uniti. non si può dimenticare però da dove prende avvio tutta questa discussione, da un ipotetico termometro di felicità sociale, a quello ci riferivamo, e quindi. se di quello vogliamo continuare a parlare, mi domando, cosa è è più appagante, avere di fronte una pluralità di occasioni - realisticamente percorribili - o avere un "oggi pomeriggio" sicuro con un reddito minimo garantito come accade nei paesi del nord europa?

sono state scritte un paio di cose a mio avviso non proprio esatte.

"Le rivoluzioni purtroppo le hanno fatte solo i colpi di stato...
Le elezioni "democratiche" contribuiscono di regola, se abbastanza democratiche, a dei piccoli cambiamenti"

insomma il 1989 è successo qualcosa di abbastanza importante, senza sangue, senza guerre, con la politica.

"Ok, parliamo sempre di delicati equilibri economici, ecc. ecc. non sono così ingenua da credere alla favola del primo uomo di colore eletto presidente perché la maggioranza degli americani ha deciso di cambiare finalmente il proprio modo di pensare ma sarebbe comunque una piccola rivoluzione no?"

il tuo dire "favola" lascia credere che tu pensi che dietro vi sia una oscura regia. chi predetermina l'andamento delle elezioni? vorrei davvero capire? un modello basato sul determinismo economicista porta a credere che vi sia sempre qualcosa o qualcuno - il capitale? - che agendo nel buio determina i destini di tutti noi. volendo accettare questo schema e adattandolo all'america delle prossime elezioni mi chiedo chi dei 2 dovrebbe vincere? il capitale con chi sarebbe schierato? possibile che l'altro non abbia nessun appoggio. oppure è solo un sistema di scontri di interessi? se vincesse obama è perchè ha ottenuto maggiori consensi sulla base di ciò che ha dichiarato, promesso, le emozioni suscitate, e come ha potuto dirlo con l'appoggio esplicito di lobby economiche...insomma vince chi saprà attirare a se maggiore consenso sfruttando al meglio le proprie armi...in sintesi..DEMOCRAZIA!!

non credo alla mano nera che sceglie per noi. credo ai media, al potere economico, militare, ma tutte queste sono solo espressioni della tendenza degli uomini ad organizzarsi, ad unirsi ed a confrontarsi, oggi democraticamente, attorno a dei temi/valori di riferimento.
in america accade così, semplice: lo schema di riferimento è uguale per tutti e tutti ci si riconoscono - a questo servono le costituzioni -, tantè che democratici e repubblicani sono 2 partiti fotocopia, i valori di fondo scritti in costituzione non sono oggetto di discussione. il confronto è su piccoli dettagli di politica estera e qualche pagliuzza in economia.

non mi vorrei dilungare pur con dei grossi buchi quello che volevo scrivere su sta cosa l'ho scritto.

quando ho scritto politologo era per ridere, mi sono interessato a questi argomenti per laurearmi tutto qui.

scrivo una cosa che non è una fredda analisi: sapete - a mio avviso - cosa fa la differenza tra gli usa e il resto del mondo: il potere. loro comandano e sono pienamente a loro agio in questa situazione. i dibattiti che facciamo noi non hanno spazio negli stati uniti. nei ghetti di l.a. alle finestre c'è sempre la bandiera stelle e strisce. il resto del mondo, europa in testa è al momento una zitella isterica, urla e strepida per avere attenzione, ma alla fine della fiera non ha - al momento - nessuna voce in capitolo!!! quindi critica con una malcelata miscela di snobbismo intelletuale e invidia sociale.

non voglio affrontare l'argomento perchè è davvero complesso, ma 2 parole le merita.

il tema della violenza e della guerra.

è ipocrisia dire che un paese ripudia la guerra. la guerra è una attività umana, ineliminabile. allorquando il confronto democratico non si rende possibile e nel momento in cui una situazione gravemtnre problematica non può essere risolta col dialogo, con la politica, con le pressioni economiche..la parola deve passare ai generali.

questo è un dato di realtà, non si possono esprimere giudizi di valore, non è bene e non è male, per capirci è come la morte, fa parte della vita e per quanto odiosa non possiamo eliminarla.

gli stati uniti, democraticamente la accettano e nel loro obiettivo storico, esportare la democrazia, e quindi creare nuove colonie e nuovi mercati per le propire corporations - ne fanno ricorso ogni qual volta lo ritengono opportuno.


scusate, ho scritto troppo, troppo, ma sapete sono stao 4 giorni al mare e stamattina sono rilassato e con niente da fare salvo qualche telefonata.

un saluto
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MessaggioInviato: Mar Lug 15, 2008 12:21 pm    Oggetto: Rispondi citando

"Esportare la democrazia" (mi viene da ridere solo a scriverlo) per creare terreno per le proprie multinazionali per me è male, ho il coraggio di schierarmi. Così come è male raccontare balle o creare la paura nella gente ignorante perché appoggi campagne deliranti che vanno a vantaggio solo di certe lobbies economiche. Troppe armi che non vengono assorbite dal mercato? Facciamo una guerra! Scarseggia il petrolio? Andiamo a prendercelo!

Non trovo una condizione naturale nè fare la guerra nè accettarla supinamente come "inevitabile" esattamente come per certe persone non è naturale tirare un pugno alla persona con la quale stanno discutendo solo perché hanno esaurito gli argomenti. Comprendo perfettamente che per molti sia qualcosa che fa parte dell'uomo ma mi ritengo fortunata a non pensarla così, sono punti di vista.

La guerra si fa per interessi economici e per un americano che ci guadagna e ha la sua occasione di riuscire nella vita non dobbiamo dimenticarci che ci sono decine di poveracci che ci perdono anche se non appartengono al mondo più vicino a noi. Questo non è male? Possiamo permetterci di liquidarlo facendo spallucce e chiamandolo democrazia?

Per quanto riguarda l'altra discussione, non prendertela se non decolla. A me, personalmente, interessa fare questo tipo di chiacchierata ma non l'altra perché la proposta non mi ha entusiasmato. Non è così terribile non rispondere a un invito, no? Si prova, si sonda discretamente e se non si raccoglie pazienza, ci sarà sempre un'altra occasione... Very Happy

Buona giornata, ciao!
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MessaggioInviato: Mar Lug 15, 2008 12:45 pm    Oggetto: Rispondi citando

be certo Smile..voglio provare a risponderti con una battuta, semplicissima sulla questione della ineliminabilità della guerra (sempre a mio avviso).

tu hai espresso le tue opinioni, io le mie, su qualcosa non siamo d'accordo. qui ci facciamo una risata e ci auguriamo buone vacanze.

ma se si trattasse di un disaccordo su di una questione vitale per entrambi e nessuno dei 2 accettasse il dialogo e continuasse a portare avanti le proprie opinioni, continui ad essere certa che, una volta aver fatto ricorso a tutti gli argomenti, a tutte le pressioni, e ti vedessi schiacchiata all'angolo, quel pugno non lo tireresti?

ne sei assolutamente certa?
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MessaggioInviato: Mar Lug 15, 2008 2:45 pm    Oggetto: Rispondi citando

Scusami ma "esportare democrazia" non mi sembra esattamente essere messi all'angolo e non avere vie di uscita.
Si sta parlando di fare la guerra per il petrolio e per trovare nuovi sbocchi per le aziende, non di difesa, no?

Uso anch'io un esempio: sono più che certa che non verrei a casa tua a prenderti i mobili dicendo che da oggi sono miei e che non ti prenderei a pugni se tu non fossi d'accordo.
Certo che, a parti invertite (tu che ti presenti a casa mia col camion per portare via i miei mobili, dicendo che da oggi sono tuoi), un pugno in faccia non te lo leverebbe nessuno ma si tratterebbe di difesa e non di offesa, c'è una bella differenza.
Il porgere l'altra guancia non è roba da gatti... Wink

E ora non tirarmi fuori il casus belli delle torri gemelle e la guerra difensiva o ti picchio davvero eh? Laughing
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MessaggioInviato: Mar Lug 15, 2008 3:17 pm    Oggetto: Rispondi citando

guarda è tutto molto interessante, però dobbiamo capire di cosa parliamo: sono astrazioni su dei modelli o parliamo di azioni reali, perchè se io non ho alcun interesse a parlare di torri tu non dovresti averne a parlare di iraq. se invece preferisci spostare il discorso su contesti reali va bene. sappi che in questo mi trovi pienamente d'accordo con te mi sembra anche di averlo scritto. gli stati uniti a mio avviso hanno invaso l'iraq per poterne sfruttare i giacimenti petroliferi. questa non è un'analisi. questa al massimo è storia. il punto è che salendo ad un superiore livello di astrazione dovremmo anche domandarci perchè. risposta (mia) per perseguire quello che è il loro modello di sviluppo, che prevede non solo sfruttamento di ricchezze naturali, ma anche creazione e promozione di mercati, e quindi di piazze finanziarie. l'idea è quella di un iraq futuro non più semplice paese estrattore, ma un iraq occidentalizzato, con un modello di sviluppo come il nostro (americano tout court). con un economia libera fatta di produttori, con una democrazia piena, fatta di partiti, sindacati e libertà di culto. quindi, per chiudere. lo sfruttamento del petrolio e la guerra sono uno strumento per la realizzazione di un piano ampio, quasi inconsapevole, la creazione di mercati, di clienti, intendono questo con esportare la democrazia, perchè non esiste mercato senza democrazia. liberismo e liberalismo sono parenti stretti. questa secondo me è una bozza di analisi, molto soft. se poi vogliamo anche esprimere delle opinioni ben venga. se devo immaginare l'iraq tra cento anni, lo vedo meglio con un'economia reale, fatta di relazioni e scambi e di creazione di plusvalore grazie prevalentemente ad una libera ed efficiente università che ad una ricchezza fittizia pompata dal sottosuolo che tra 30/40 sarà solo un ricordo.
non ho ancora capito il tuo punto di vista sulla guerra/conflitto non dialetttico?
il mio è che va evitato con il massimo degli sforzi, attraverso ogni forma di comportamento umano razionale in grado di limitarne la possibilità, in primo luogo cultura.
però il passaggio successivo è che l'uomo non è solo cultura, è anche ed in misura prevalente, natura, quindi istinti, irrazionalità, il che mi porta a dire che vi sono delle peculiarietà innate, ineliminabili e che è anche giusto che non lo siano per non correre il rischio di disumanizzazione (nessuna differenza tra uomo e suo clone che ritengo già pronti), e tra questi istinti ce ne sono 2 che sono il motore l'amore, gli affetti positivi, e l'odio, quelli negativi...va da se.
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MessaggioInviato: Mar Lug 15, 2008 3:43 pm    Oggetto: Rispondi citando

Bella chiacchierata, Marco ma potremmo starci qui due ore e non ne usciremmo...

Iraq e torri non c'entrano nulla tra loro, lo sappiamo entrambi, no? Democrazia, per me, è potere del popolo ma il popolo che potere ha se viene lasciato nell'ignoranza e se gli si raccontano solo balle?

Parli di un futuro di democrazia piena e di libertà di culto...io so solo che prima che gli USA decidessero che era ora di puntare al petrolio, ops, di esportare democrazia, l'Iraq era un paese LAICO, laico, ok? Nonostante tutte le balle che ci hanno raccontato.
Ora no, ora è un paese di fanatici religiosi e il fatto che la situazione sia leggermente sfuggita di mano ai grandi signori della guerra ne è la prova: si è creato qualcosa di incontrollabile.

Sai qual è il problema? E' che è troppo comodo appoggiare e armare Saddam Hussein per poi farne un mostro qualche anno dopo e combatterlo davanti agli occhi del mondo. Un po' come è troppo comodo fare affari con la famiglia di Bin Laden e poi farne il ricercato numero uno...si potrebbe continuare per ore ma non ne ho voglia.

Non c'è solo il petrolio, non c'è solo la guerra, non c'è solo un mondo di condizionatori a palla e ricchezza. C'è anche l'altro e, prima o poi, dovremo iniziare a rispettarlo e a rispettarne anche le convinzioni.
A meno che non vogliamo convincerci che una tortura negli USA è più democratica che una fatta in Iraq. Non è con la guerra che insegneremo la civiltà agli altri popoli. E poi chi ci dà il diritto di ergerci a maestri?

Sia ben chiaro, non ce l'ho con gli americani con i quali condividiamo una buona dose di ingenuità e di ignoranza di fondo (infatti stiamo tendendo ai loro stessi modelli con secoli di ritardo). Ce l'ho con chi li governa e che, perdonami, non è stato scelto in democrazia per il discorso fatto prima: che potere può avere un popolo che non ha accesso alle informazioni che dovrebbero permettergli di decidere in autonomia? Sceglie quello che vede in TV, quello che gli racconta meglio le bugie, quello che ha più mezzi per incantarlo. Tutto il mondo è paese.

E' un po' come la Qualità: senza informazioni non vai da nessuna parte. Questa è la vera ricchezza del nuovo millennio, altro che il petrolio. Da noi qualcuno l'ha già capito da un pezzo!

Grazie per la discussione. Ciao.
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