Il forum sulla Qualità di QualitiAmo

[SpeltaBio27]

Salve a tutti,
sono nuovo nel forum e chiedo scusa anticipatamente se ho postato nella sezione sbagliata, se faccio richieste magari per voi banali, o se gli argomenti non sono trattati all'interno del forum.

Io ho una piccola azienda agricola in Emilia-Romagna dove coltivo cereali, e volevo avviare la vendita di farine ottenute esclusivamente dalla molitura dei miei grani.
Tutte le fasi di trasformazione, molitura, vagliatura, confezionamento verranno svolte da un mulino per conto terzi abilitato, che mi consegnerà la farina confezionata in pacchetti sigillati di plastica posti in cartoni.
Io mi occuperei della sola fase di stoccaggio della farina in azienda e della successiva vendita diretta, pertanto non vi sarà alcuna manipolazione di prodotto da parte nostra.
Specifico che parliamo di quantità ridicole, l'agricoltura non è la mia attività principale, perciò credo di produrre quantità annuali di farina pari a 300-400 kg, ciò nonostante vorrei operare assolutamente in conformità alle leggi in vigore, visto anche che sono soggetto ai controlli annuali in loco da parte del mio organismo di controllo della certificazione biologica.
Di sicuro dovrò presentare la notifica sanitaria per la vendita diretta e per lo stoccaggio.

Dopo questo breve ma doveroso preambolo, entro nel dettaglio dei miei dubbi che vorrei sottoporvi.

1) Il primo in merito ai requisiti del locale di stoccaggio.
Io posseggo una casa di abitazione ristrutturata da poco ma mai utilizzata, vorrei dedicare una stanza (il bagno) al magazzinaggio della farina.
La stanza si presenta nel seguente modo:
- Completamente vuota e prima di qualsiasi arredamento, senza lavandini e/o sanitari;
- Completamente piastrellata nel pavimento e nei muri fino ad un altezza di 2,1/2,2 metri;
- Posta al primo piano di una casa con muri isolati, finestre nuove e zanzariere;
- Dotata di scaffali dove collocare le scatole di farina sollevate da terra.
Ora, non so se siete esperti delle regole per le aziende agricole, ma anche leggendo le linee guida dell'Emilia-Romagna a me sembra che il locale sia conforme, ed è ammesso anche se collocato in un abitazione.
Ho anche chiesto conferma (a voce) all'AUSL di competenza descrivendo la situazione, e mi hanno risposto che a loro parere va benissimo.
Ora, l'organismo di controllo del bio ha detto che deve fare verifica in loco per determinare se il locale è conforme, dite che possono sollevarmi dei problemi?

2) L'organismo di controllo del bio sostiene che anche per la mi attività è necessario un manuale di autocontrollo vi risulta?
In ogni caso, sempre leggendo le linee guida Emilia-Romagna, mi sembra di capire che per la mia realtà sarebbe sufficiente il manuale semplificato, è corretto?

3) Vi risulta, sempre in riferimento all'attività che dovrei svolgere, che sia necessario conseguire dei corsi di formazione specifici (es. corso HACCP)?

Spero di non avervi annoiato!

Attendo un vostro parere,
Grazie mille.

[dario]

Ciao, mi fa piacere leggere che anche nell'agricoltura, a parte le note e isteriche manifestazioni, qualcuno trova il tempo e la voglia di provare, tener duro.
La mia fattoria non coltiva cereali. Inoltre siamo in Svizzera, con regolamentazioni un po' diverse. Ma la qualità è qualità, supera le frontiere e i principi non variano. Il tuo, però è un quesito di sicurezza alimentare, di tracciabilità della filiera, meno di qualità "pura".
Comunque, qualche considerazione: HACCP e autocontrollo: Senza dubbio! Creati il tuo manuale di autocontrollo, che ti servirà sempre. ASL: un partner, non un controllore o un poliziotto. Fai capo a loro per avere tutte le informazioni necessarie per non investire e poi trovarti con il sedere a terra. Fatti consigliare bene sui locali, perché (ho fatto esperienze con il miele, la filiera del latte, della carne e dell'uva) le ASL sono "quelli" che se qualcosa va storto (e va storto quacosina sicuramente) o ti "bannano" o ti "salvano". Trasparenza con loro e si crea una relazione che ha valore. Se il primo (è questione di esperienza) ti sembra incompetente, sorvola e cerca un altro e tienilo stretto. Mettere un magazzino in bagno, così, a freddo, non mi sembra ideale, ma se le ASL te lo "passano", vai. Cerca di avere però uno scritto, una mail di conferma. Attenziona anche ai processi di produzione, inclusa l'etichettatura, che crea spesso grane. L'etichettatura a volte cambia nel tempo. Per i processi di vendita, un consiglio banale, vista la ridotta quantità: Se riesci a fare vendita diretta senza cadere nelle mani della GDO ti salvi... Dai, se credi che le mie parole non siano troppo banali chiedi. Ciao e auguri di cuore.

[Andrea1]

Ciao,
per quanto riguarda:
1. per quanto riguarda il cambio di destinazione della stanza non dovrebbero esserci problemi: presumo dovrai presentare una SCIA e il tutto dovrebbe avvenire in tempi relativamente veloci. La richiesta dell’ente bio è normale in questi casi: si tratta di una verifica da parte loro per accertarsi della conformità dei locali ai fini ello stoccaggio delle materie prime bio.
2. Non conosco i requisiti per accedere al regime semplificato in Emilia Romagna, ma se ne hai diritto certamente puoi accedere. Devi comunque ricordati che oltre agli obblighi di legge devi rispettare anche quelli previsti dalla certificazione bio. Nel tuo sistema documentale dovrai mettere bene in evidenza la gestione della tracciabilità, dei fornitori, il piano analitico ecc.
3. non conosco i requisiti previsti nella tua Regione, ma contattando la tua AUSL di riferimento sicuramente ti daranno tutte le informazioni che ti servono.
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Andrea