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Autore Messaggio
Paoloruffatti
Yoda


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MessaggioInviato: Gio Set 28, 2017 8:06 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Ragazzi,
avendo fatto uno dei primi manuali della qualità esistenti al mondo posso dire la mia?
Allora, era il 1971 (e la UNI + ISO non è che si parlassero molto, allora!.... ricordo che le varie associazioni di categoria oltreoceano (USA) come la ANSI e la ASME, che cercavano di vendere al mondo le loro costosissime raccolte di procedure (quando inviavano ogni anno le revisioni con un colore diverso delle pagine: un anno verde, un'altr'anno rosa ecc ecc), noi non ci mettemmo tanto a pensare di contestare questo spreco enorme di carta.

Era allora che gli USA ci diedero la "licenza" di fare la centrale nucleare di Caorso, ma prima ci chiesero di fare questo benedetto manuale , e relative 18 procedure (una per ogni punto della ANSI 51 b) come segno che ci eravampo riorganizzati bene, secondo quello che pensava l'unione degli Ingegneri Americani (la ANSI appunto). Le 18 procedure erano appunto pensate una per ognuno dei 18 punti della norma di riferimento)

Noi buoni buoni ci mettemmmo a scrivere il manuale e le 18 procedure (ciascuno per la sua competenza:io ero quello che partecipava per la produzione dei miei reparti di competenza)

Ci impiegammo un anno o quasi, ma poi venne fuori un libro , (subito venduto dai più furbi agli imprenditori delle aziende più piccole [nostri fornitori, ad esempio]), i quali erano furibondi per la partecipazione dealle subforniture nucleari, per i quali il possesso del manuale era il lasciapassare obbligatorio per poter avere il benestare degli Americani. Fu così infatti che trovai, io per primo, venduto a 10 milioni (quando il mio stipendio mensile
era di 800 mila lire) il mio manuale, alla ditta presso la quale me ne ero andato (Ambivere dove quasi tutti si chiamavano Gambirasio ed era vicinissimo a dove abitava la povera Yara, morta ammazzata di recente: un mio capo officina si chiamava appunto Gambirasio); quando dissi all'AD di quell'azienda che il manuale e le procedure dovevamo rifarli e che la sua spesa non serviva a nulla , gli prese mezzo coccolone!, ma abozzò ed io in tre mesi, lavorando alla sera a casa, gli rifeci totalmente manuale e Procedure ed iniziammo a fornire i grossi componenti di Superphenix, francese! (anche i francesi, 'sti incapaci, copiarono largamente!)

Ora KK si chiede se voi avete mantenuto e modificato il manuale attuale, o se avete riscritto tutto daccapo per farci rientrare quello che la norma propone (senza dire che deve essere organizzato per punti norma!), cioè il 4.1 e 4.2 + i due nuovi paragrafi il 9 ed il 10, e (aggiungo io) se avete preso la PGQ 4.2 e ne avete fatto carta straccia, dato che dovete, (spero), pensare di rifare i vostri archivi come fanno quelli che lavorano per commessa (ogni ordine è una commessa) e, con l'occasione archiviare tutto per argomento (non per data come facevano quasi tutti quelli che conosco) e che ora, vigliacca la miseria se trovano tutto!
Ora che ACCREDIA ci lascia liberi di fare quel che si vuole, a partire dal manuale che non serviva a nessuno e pochi avevano il coraggio di leggere.
Vedo che molti si sentono legati a quel manuale, di 50 anni fa, nato perchè l'ANSI credeva che prima di tutto bisognasse organizzarsi bene se volevamo entrare nel business nucleare (e, a ruota, lo Spaziale e l'aeronautico).

Certo oggi si assiste ad una battglia con morti e feriti gravi tra coloro che sono rimasti fautori del vecchio o innovatori, perchè in mezzo ci sono sempre dei vecchi barbogi e dei ragazzi che non sanno nulla di quello che è successo 50 anni fa. La norma (ed io l'ho riletta per l'ennesima volta per rispondere a questa domanda fattami dagli studi tecnici professionali (3a edizione per Architetti, Ingegneri e Periti) e ho visto la fatica enorme che hanno fatto gli estensori della nuova norma (riuscendoci solo a tratti) per fare risaltare solo i Requisiti anzichè i principi di organizzazione generale che deve dare, non una norma,ma un consulente (serio) per fare si che questi requisiti siano soddisfatti da tutte queste Organizzazioni (che fanno, o prodotti che vanno dalle spille da Balia ai Transatlantici, che arrivano fino ai servizi alle persone o alle aziende)
Se poi ci aggiungiamo anche le "regole" politiche che hanno stiracchiato i significati delle parole, rendendo ipso facto la nuova norma italiana NULLA, allora la frittata è completa!!
Ciao
Paolo
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Guerra
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MessaggioInviato: Sab Set 30, 2017 12:50 pm    Oggetto: Rispondi citando

KK ha scritto:
Ma tu hai messo sullo stesso piano il documento che risponde al contesto dell'organizzazione con quello relativo alla procedura del processo di produzione o rimangono su due piani diversi?

Non ho capito la tua domanda, scusami.
Cosa intendi con "piani diversi"?

SM, nella qualità ci sono così tanti attori che è difficili disegnare una rotta, perchè in fin dei conti l'uomo qualità non ha il potere sufficiente per farlo.
Quindi si vive di continui compromessi con quello che si ha in mente (il sogno forse) e quello che l'azienda ti concede di fare ... e quello che l'ispettore si aspetta dio trovare e vedere.
L'esperienza aiuta a giustificare proprie scelte davanti l'ispettore e dimostrargli che ciò la rotta individuata porta all'obiettivo anche se aggira alle volte alcune righe della norma.
Spesso la direzione è deludente, perchè è chiaramente interessata ad altro nella sua miopia.
Si fa quello che si può, perchè quello che si dovrebbe non sempre ti è concesso farlo.
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Slender Man
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MessaggioInviato: Lun Ott 02, 2017 12:46 am    Oggetto: Rispondi citando

Guerra, impostata cosi' pero' resta vivo il dualismo tra la nostra visione, buona, e quella limitata della direzione, cattiva, che non ci permette di fare la cosa giusta costringendoci a una gestione per compromessi.

io mi chiedo davvero, dopo decine e decine e decine di casi, mi chiedo se questa situazione sia reale, o se sia nostro wishful thinking. forse le direzioni hanno ragione, e abbiamo torto noi.
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KK
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MessaggioInviato: Lun Ott 02, 2017 8:42 am    Oggetto: Rispondi citando

Per smentire gli imprenditori una volta per tutte si dovrebbe riuscire a fare un'analisi di costo (reale, effettivo) impostata su tutto l'arco temporale in cui l'azienda è stata certificata e raffrontare davvero quando l'imprenditore ha scucito e quando avrebbe scrucito se avesse implementato tutti gli strumenti qualità atti a rendere il sistema come lo avremmo voluto noi: conforme, efficiente, perfetto.
Ho il timore che ne usciremmo sconfitti, ma proprio solo a livello economico e quelli è l'unico livello sul quale la direzione è disposta a trattare.

Per rispondere invece a Guerra, per "piani diversi" intendevo se sono gerarchicamente dipendenti, con ancora quella configurazione piramidale (manuale, procedure, istruzioni) ereditata dal vecchio sistema.
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MZorzy
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MessaggioInviato: Lun Ott 02, 2017 1:46 pm    Oggetto: Rispondi citando

KK ha scritto:
Per smentire gli imprenditori


e se quello se ne esce, come mi son preso io, con "io ho 50 dipendenti, tu?"
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KK
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MessaggioInviato: Lun Ott 02, 2017 2:16 pm    Oggetto: Rispondi citando

MZorzy ha scritto:
KK ha scritto:
Per smentire gli imprenditori


e se quello se ne esce, come mi son preso io, con "io ho 50 dipendenti, tu?"


Io la conoscenza.
La conoscenza dei 50 dipendenti, la conoscenza del loro modo di lavoro e delle loro esigenze.
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QualitiAmo - Stefania
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MessaggioInviato: Lun Ott 02, 2017 2:18 pm    Oggetto: Rispondi citando

MZorzy ha scritto:
e se quello se ne esce, come mi son preso io, con "io ho 50 dipendenti, tu?"


Ma che domanda è? Avere 50, 500 o 5000 dipendenti non lo rende né migliore di te né in grado di fare il tuo lavoro. dubita11
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MessaggioInviato: Lun Ott 02, 2017 2:46 pm    Oggetto: Rispondi citando

QualitiAmo - Stefania ha scritto:
MZorzy ha scritto:
e se quello se ne esce, come mi son preso io, con "io ho 50 dipendenti, tu?"


Ma che domanda è? Avere 50, 500 o 5000 dipendenti non lo rende né migliore di te né in grado di fare il tuo lavoro. dubita11


non ha bisogno di far il mio lavoro, trova qualcun altro che magari che lo fà meglio pure di me.
eppure facendo girare piu economia di me tocca darne merito allo schiavista.
(e scusate se preferisco piu ignorante e sprecone ma senza problemi fine-mese, edit: sicuramente un giorno se arriverò a far consulenza sta cosa la ritratto tutta ) Mad
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MessaggioInviato: Lun Ott 02, 2017 3:39 pm    Oggetto: Rispondi citando

MZorzy ha scritto:
non ha bisogno di far il mio lavoro, trova qualcun altro che magari che lo fà meglio pure di me.


Certo. La stessa cosa, però, vale anche per te. Ti trovi un capo un po' meno "briatoriano" che non pensa di essere dio perché dà da lavorare a qualcuno.

MZorzy ha scritto:
eppure facendo girare piu economia di me tocca darne merito allo schiavista.


Guarda, visto come fanno girare l'economia alcuni di questi fenomeni, non saprei se è il caso di parlare di merito.
Comunque ho capito il discorso. Fai di necessità virtù, come si scrive spesso su queste pagine. Confused
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MessaggioInviato: Lun Ott 02, 2017 9:07 pm    Oggetto: Rispondi citando

SM, reale: non so cosa vuol dire. La direzione ha ragione?
Io credo che generalmente l'azienda che si doti di SGQ abbia un minimo di ordine e di struttura, altrimenti non arriva al certificato.
Altra cosa però sfruttare al meglio quezta qualità e qua la direzione altrettanto generalmente delude perché non lo fa; si accontenta del certificato, del pezzo di carta.
Difficile dimostrare che l'azienda di qualità produce meglio e di più, l'imprenditore ha fiducia in altre cose.
Gli sprechi sono concreti nella risma di carta e nelle penne, non nel sistema.
L'operaio produce, l'impuegato è un costo necessario, forse.
L'azienda che sopravvive non ha bisogno della qualità a certi livelli, ma solo del minimo sindacale.
Sono sempre le persone giuste a far sopravvivere o funzionare un'azienda. La qualità è solo uno strumento che può essere usato bene o male, ma che non può fare a meno felle persone, fei professionisti.
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MessaggioInviato: Mar Ott 03, 2017 8:21 am    Oggetto: Rispondi citando

Guerra ha scritto:

L'operaio produce, l'impuegato è un costo necessario, forse.

arrivano di quelle richieste di rispetto di norme Europee, o leggi di stati esteri, che ci si può metter sotto piu di un 'piegato' full time.

ad oggi un insieme di operai bravi imho non ne esce bene se salta tutta la burocrazia, utile o inutile che sia.
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MessaggioInviato: Mar Ott 03, 2017 8:35 am    Oggetto: Rispondi citando

Dipende molto (quasi tutto) dal mercato in cui ti trovi e questo da terzista lo capisco ogni giorno.
Arrivano pezzi da fare "a campione" con il cliente che, oltre a non avere il disegno, non sa nemmeno il tipo di materiale e il filetto del SUO pezzo......d'altro canto appena dopo ti ritrovi immerso in Audit Automotive per noi che siamo "solo" ISO 9001:2015 in cui ti viene pure contestato che non hai una procedura per controllare quando il liquido di sgrassaggio dei pezzi è da cambiare.
Tutto serve e tutto è inutile, all'atto solamente pratico.
In certe organizzazioni che conosco figure come le nostre sono davvero un costo non giustificato, in altre sono invece indispensabili.
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MessaggioInviato: Mar Ott 03, 2017 8:50 am    Oggetto: Rispondi citando

da me ho visto richeste di certificare che i prodotti (conto terzi) consegnati non contengono PELI DI GATTO. giuro.
spero non abbian risposto "A Vicenza ?" come suggerito da molti Cool
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KK
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MessaggioInviato: Mar Ott 03, 2017 9:35 am    Oggetto: Rispondi citando

Guerra ha scritto:
Io credo che generalmente l'azienda che si doti di SGQ abbia un minimo di ordine e di struttura, altrimenti non arriva al certificato.


Senza voler essere disfattista, temo che tu parta da un assunto errato, o almeno non sempre vero.
Ho lavorato in aziende certificate dove l'organizzazione non sapevano neanche cosa volesse dire, ma campavano sulla furbizia dell'aver trovato una fetta di mercato senza concorrenti (troppo grossi o troppo piccoli) e sulla malizia del boss che trova ogni giorno sbocchi nuovi.
Ma la certificazione è stata un'autentica farsa, condita da una sospetta riunione a porte chiuse tra il DG e l'auditor, usciti entrambi col sorriso...
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MessaggioInviato: Mar Ott 03, 2017 10:21 am    Oggetto: Rispondi citando

Guerra ha scritto:
SM, reale: non so cosa vuol dire. La direzione ha ragione?
Io credo che generalmente l'azienda che si doti di SGQ abbia un minimo di ordine e di struttura, altrimenti non arriva al certificato.
Altra cosa però sfruttare al meglio quezta qualità e qua la direzione altrettanto generalmente delude perché non lo fa; si accontenta del certificato, del pezzo di carta.
Difficile dimostrare che l'azienda di qualità produce meglio e di più, l'imprenditore ha fiducia in altre cose.
Gli sprechi sono concreti nella risma di carta e nelle penne, non nel sistema.
L'operaio produce, l'impuegato è un costo necessario, forse.
L'azienda che sopravvive non ha bisogno della qualità a certi livelli, ma solo del minimo sindacale.
Sono sempre le persone giuste a far sopravvivere o funzionare un'azienda. La qualità è solo uno strumento che può essere usato bene o male, ma che non può fare a meno felle persone, fei professionisti.


Il nocciolo della mia domanda è: ma se la DIrezione vuole solo il bollino, senza cambiare nulla della gestione dell'azienda, sbaglia? Davvero, nel mondo reale? E allora perche' lo fanno quasi tutti (e non solo in Italia)? Possibile che solo noi sappiamo come si debba gestire un'azienda?
Non è che siamo contromano in autostrada?
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